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    Perché molte donne iraniane si stanno togliendo il velo

    L'attivista Vida Movahed. Credit: Twitter

    Almeno 29 donne sono state arrestate perché protestavano contro l'obbligo di indossare l'hijab. Ecco cosa sta succedendo

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 5 Feb. 2018 alle 18:07 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:58

    A Teheran 29 donne sono state arrestate con l’accusa di essersi unite alle proteste contro una legge che rende obbligatorio indossare l’hijab.

    Questa notizia puoi leggerla direttamente sul tuo Messenger di Facebook. Ecco come

    Molte donne nel paese hanno protestato togliendosi il velo e agitandolo su bastoni. La recente ondata di proteste ha scatenato un dibattito acceso sulle libertà personali e attirato più attenzione che in passato.

    La polizia di Teheran ha detto che la campagna è stata istigata dall’esterno attraverso canali satellitari illegali.

    Il procuratore generale dell’Iran, Mohammad Jafar Montazeri, ha descritto le proteste come “infantili” e “istigate dall’esterno”.

    “A seguito di inviti da parte dei canali satellitari nell’ambito di una campagna denominata mercoledì bianco, 29 persone che avevano rimosso il loro hijab sono state arrestate dalla polizia”, ha riferito l’agenzia di stampa Tasnim.

    I quotidiani riformisti hanno dato ampia copertura della protesta, nonostante la pesante censura.

    Soheila Jolodarzadeh, una parlamentare iraniana, ha affermato che le proteste sono il risultato di restrizioni di lunga data. “Stanno accadendo a causa del nostro approccio sbagliato”, ha detto, citata dall’agenzia stampa Ilna.

    “Abbiamo imposto restrizioni alle donne e le abbiamo messe sotto vincoli non necessari. Questo è il motivo per cui le ragazze di Enghelab Street stanno mettendo il loro velo su un bastone. ”

    Alcune settimane fa, in concomitanza con altre proteste di natura diversa, l’immagina di una donna che sventolava il suo hijab, avevano fatto il giro del mondo.

    Una ragazza iraniana senza il velo che sventolava il suo ‘hijab’ bianco nel mezzo di una strada affollata era diventata il simbolo delle proteste delle donne che chiedono maggiori diritti. La donna fu arrestata il 27 dicembre 2017. Il nome di quella donna è Vida Movahed.

    La giovane aveva aderito a “My stealthy Freedom”, il movimento partito su Facebook e promosso dalla giornalista e attivista iraniana Masih Alinejad, che promuove i diritti delle donne.

    Leggi anche: Cosa c’entra la donna che sventola il suo hijab con le proteste di piazza in Iran

    Masih Alinejad, giornalista e attivista statunitense, ha iniziato la campagna di protesta #WhiteWednesdays nel maggio 2017, incoraggiando le donne a indossare un velo bianco o a toglierselo per protestare contro le regole che limitano la libertà femminile.

    I funzionari iraniani l’hanno accusata di ricevere denaro da governi stranieri per finanziare le sue due campagne anti-hijab.

    La sua campagna è nata per caso. La giornalista aveva pubblicato una foto di se stessa alla guida della sua auto in Iran senza hijab e aveva invitato altre donne a condividere “foto nascoste” di se stessi sulla sua pagina Facebook. La risposta fu travolgente. La pagina ha ora più di un milione di follower – l’ha spinta a concentrarsi maggiormente sulla questione. “Ero una reporter politica, ma le donne in Iran mi hanno costretta a preoccuparmi della questione delle libertà personali”, ha detto in un’intervista al New York Times.

    Questa nuova sfida contro l’obbligo dell’hijab non ha precedenti nella storia della Repubblica islamica.

    In Iran, il 30 marzo 1979 venne proclamata la Repubblica islamica, la cui costituzione si ispira alla legge coranica shari’a.

    Il principale animatore della rivoluzione che portò alla caduta dello Shah Mohammad Reza Pahlavi la figura carismatica dell’Ayatollah Khomeyni.

    L’ayatollah Khomeini, l’allora Guida suprema del paese, era decisamente contrario all’occidentalizzazione inaugurata dalla dinastia Pahlavi.

    Dal 1979 vennero inaugurate una serie di misure restrittive della libertà delle donne, dalla probizione di alcuni mestieri, come il giudice, a un rigido codice di abbigliamento.

    Tutte le donne, simbolo di seduzione, dovevano portare il velo per coprire i capelli ed il corpo ad eccezione della faccia e delle mani, e non potevano usare cosmetici in pubblico. Queste imposizioni sono tuttora in vigore. Chi si mostra in pubblico senza velo rischia il carcere.

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