India, governo tenta di eliminare la parità di genere nell’esercito: una sentenza della Corte suprema respinge il ricorso
La Corte suprema in India ha rigettato il tentativo del governo indiano di eliminare la parità di genere nelle Forze Armate, favorendo la componente maschile. In particolare, i giudici hanno riconosciuto che le ufficiali donne in ferma breve nell’esercito hanno diritto a passare al servizio permanente al pari dei colleghi uomini.
Il governo aveva presentato ricorso contro una sentenza del 2010 con cui la stessa Corte aveva riconosciuto alle donne ufficiali in ferma questa possibilità.
I volontari in in “ferma breve” o “prefissata” in India hanno la possibilità di restare nell’esercito per dieci anni, al termine dei quali possono ottenere una proroga di quattro anni, il passaggio al servizio permanente o il congedo. Il servizio permanente invece dura almeno 20 anni e consente un percorso di carriera fino al congedo.
Il ministero della Difesa nel 2019 aveva garantito solo in parte il rispetto della parità di genere. Limitava infatti il servizio permanente alle donne con 14 anni di ferma (non dieci) e comunque impediva loro l’accesso ai ruoli di comando.
Il governo ha fatto ricorso contro questa decisione facendo leva sulle differenze fisiche tra uomo e donna e sul fatto che militari provenienti dalle aree rurali non fossero “mentalmente pronti” a rapportarsi con donne in posizioni di comando.
Ma la Corte suprema ha giudicato la tesi priva di fondamento e confermato che il divieto assoluto per le nomine delle donne in posizioni di comando sarebbe discriminante. Le argomentazioni del governo – sostengono i giudici – perpetuano gli stereotipi di genere, disconoscono i meriti delle donne e offendono non solo loro, ma l’esercito stesso.
Nessun impedimento quindi: ora una donna potrà comandare un battaglione di 850 soldati e aspirare al grado di colonnello. Fanteria, artiglieria e mezzi blindati restano invece ancora preclusi alle soldatesse.