Coronavirus: donna russa fugge da quarantena, era in gabbia
“Era una gabbia, non capisco perché avrei dovuto rimanere”. Così la 32enne russa Alla Ilyina nel suo racconto al Moscow Times. La giovane donna è fuggita dalla clinica Botkinskaya di San Pietroburgo dove si trovava in quarantena anche se negativa al test del Coronavirus.
Alla Ilyina era stata messa in isolamento perché lamentava un forte mal di gola dopo un viaggio nella provincia cinese dell’Hainan. Rientrata il 30 gennaio il giorno dopo aveva superato i test nella città russa di Farbar dell’Estremo Oriente, dove era stata dichiarata immune dal contagio. Nonostante fosse risultata negativa al test del virus cinese, la donna era comunque stata trattenuta in osservazione per due settimane.
Dopo due giorni di quarantena la 32enne ha “scassinato” la serratura magnetica ed è scappata. La donna ora rischia di essere multata dalle autorità sanitarie.
“Mi sentivo in gabbia”, ha raccontato la 32enne alla stampa russa. “Sulla porta era installata una serratura elettromagnetica. Ho smontato la scatola e l’ho messa in corto circuito, la laurea in fisica mi è stata d’aiuto”, ha spiegato la donna. “La porta si è aperta e sono uscita”.
“Tutti e tre i test hanno dimostrato che ero completamente in salute, quindi perché diavolo la quarantena?”, ha scritto la donna su Instagram, che ha poi raccontato al giornale Fontanka le pessime condizioni della “cella” in cui era rinchiusa in ospedale.
“Prima ho disegnato una mappa e fatto un piano dettagliato. Quando è arrivata la sera e il personale medico ha abbassato la guardia, ho messo in corto circuito la serratura magnetica nella mia stanza e ho aperto la porta: ho studiato fisica, il che mi ha aiutato”, ha raccontato Ilyina. “La nostra Costituzione garantisce la libertà, non capisco perché dovevo stare in gabbia in ospedale”, ha sottolineato alla stampa.
Secondo quanto riporta Il Corriere della Sera, non solo Alla Ilyina è fuggita dalla quarantena del Coronavirus in Russia. Anche un’altra donna sarebbe scappata dall’ospedale in cui si trovava in isolamento.
La seconda donna, identificata sui social con il nickname GuzelNeder, ha raccontato che il figlio ha avuto tosse e febbre a 37,3 quattro giorni dopo il ritorno della famiglia a Samara, sulle rive del fiume Volga.
Il figlio e la famiglia si sono sottoposti quindi al test per il Coronavirus, i risultati dei test sarebbero dovuti arrivare entro tre giorni ma l’ospedale li ha consegnati solo dopo cinque. La donna al quinto giorno di ricovero in ospedale ha scoperto di essere incinta e ha deciso quindi di lasciare l’isolamento. “Non c’era altra via uscita per noi se non quella di lasciare l’ospedale senza autorizzazione, attraverso la finestra”, ha spiegato Guzel. La polizia l’ha successivamente interrogata a casa, ma non sono state riportate accuse.
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