Geerte Piening, una donna olandese di 23 anni, ha ricevuto una multa di 90 euro dopo essere stata scoperta da tre agenti di polizia mentre urinava in un vicolo di Amsterdam.
La sanzione risale al 2015 ma da allora la ragazza si è battuta per contestarla.
“Sul momento non avevo alcuna intenzione di discutere, ma il giorno dopo ho pensato: ‘Aspetta un attimo, voglio contestare’”, ha raccontato la ragazza.
Geerte Piening, infatti, sostiene di aver urinato in strada esclusivamente come ultima possibilità e costretta dalla scarsità di urinatoi pubblici per le donne presenti nella capitale olandese.
La ragazza aveva trascorso la serata bevendo in un locale in compagnia di tre amiche, sulla strada di casa era stata colta dalla necessità di urinare, e non trovando locali aperti e bagni pubblici disponibili nel breve raggio, aveva preso la decisione di fermarsi in un vicolo sotto scorta delle amiche, dove è stata fermata dagli agenti.
In breve tempo, il banale incidente a sfondo civico, si è trasformato in un caso di sessismo.
This is ridiculous! This is why we need #gendergelijkheid #wildplassen #everyonepees https://t.co/3j2RRGwvnk
— Women’s March NL (@WomensMarchNL) 19 settembre 2017
Ad Amsterdam i bagni pubblici sono prevalentemente per gli uomini, mentre pochissimi sono quelli per l’altro sesso ed è per questo motivo che l’incidente è diventato una questione di genere. Il rapporto, infatti, è 35 e a tre, in tutta la città.
Il giudice, in questo caso un uomo, durante l’udienza ha detto alla ragazza che avrebbe dovuto usare uno degli impianti maschili, piuttosto che ricorrere a urinare in pubblico – un reato denominato “wildplassen” in olandese.
“Non è imbarazzante per una città turistica come Amsterdam che le donne non possano andare in bagno da nessuna parte?” ha ribattuto la ragazza in un’intervista al giornale AD. “Non era mia intenzione che questo diventasse un’enorme caso femminista. D’altra parte, è bene che questo problema venga affrontato”.
Dopo che la storia della Piening ha iniziato a fare il giro del mondo grazie al web, l’amministrazione della città olandese ha cominciato a essere sommersa di critiche. Ma per il momento non sono stati presi provvedimenti.
“Certamente dovrebbe esserci equità per tutti e la situazione dovrebbe essere migliorata. Ma a conti fatti, ne vale la pena?”, ha dichiarato alla Bbc Peter Paul Ekker, portavoce del vicesindaco.
La storia per ora non finisce qui: è stato creato un gruppo su Facebook per incoraggiare le donne a unirsi a una protesta prevista per venerdì per le strade di Amsterdam. La protesta intende assecondare provocatoriamente il suggerimento del giudice a utilizzare gli urinali maschili.
Più di 5mila persone hanno finora espresso interesse a partecipare all’evento.