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    Una donna del Guatemala è stata uccisa da agenti di frontiera Usa mentre cercava di attraversare il confine

    Claudia Patricia Gómez González in una foto mostrata dalla famiglia.

    Claudia Patricia Gómez Gonzáles, 20 anni, sognava di lavorare per pagarsi gli studi. "L'immigrazione l'ha uccisa", ha detto la madre ai microfoni di una televisione locale

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 27 Mag. 2018 alle 16:45 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:05

    Si chiamava Claudia Patricia Gómez Gonzáles, aveva vent’anni e sognava di lavorare per poter continuare a studiare. Invece è morta mercoledì 23 maggio dopo essere stata colpita dalle guardie di frontiera statunitensi mentre cercava di varcare il confine a Rio Bravo, in Texas.

    “L’immigrazione l’ha uccisa”, sono le parole della madre di Claudia Patricia, Lidia Gonzalez, nell’intervista a una televisione locale citata dal Guardian. “Mi ha detto che voleva andare a studiare all’università, ma noi non avevamo i soldi. Siamo poveri e non c’è lavoro qui, ecco perché ha viaggiato verso gli Stati Uniti. Ma l’hanno uccisa”, ha detto la donna. “Non ha fatto nulla di sbagliato. Voglio solo che mi mandino il suo corpo, non so perché l’immigrazione l’ha uccisa”.

    Claudia Patricia Gómez Gonzáles apparteneva all’etnia indigena Mam, un’etnia maya che vive principalmente nella parte nordoccidentale del Guatemala e nel sud del Messico.

    Secondo quanto raccontato dal padre, Gilberto Gómez, Claudia Patricia si era diplomata nel 2016 come ragioniera, ma sognava di proseguire con gli studi.

    La giovane donna aveva lasciato il suo villaggio, San Juan Ostuncalco, nella parte occidentale di Quetzaltenango, all’inizio del mese di maggio, per intraprendere il viaggio verso gli Stati Uniti, come emerso dall’intervista alla madre.

    Non sono ancora stati chiariti del tutto i dettagli della sua uccisione.

    Il 22 maggio, poco dopo mezzogiorno, un veterano delle guardie di frontiera con 15 anni di esperienza stava “rispondendo a un report di attività illegali”, secondo quanto riporta un comunicato ufficiale.

    Secondo le guardie di frontiera statunitensi, l’agente ha fatto fuoco almeno una volta dopo che un gruppo di persone che lui sospettava essere prive di documenti ha opposto resistenza all’arresto e lo ha attaccato usando “oggetti non affilati”.

    Marta V. Martinez, che vive su Centeno Lane, vicino al luogo della sparatoria, giovedì 24 maggio ha contestato il primo resoconto delle autorità, dicendo di non aver visto alcuna arma che il gruppo avrebbe potuto usare.

    “Non c’era nessuna arma. Si nascondevano”, ha detto Martinez citata in un articolo del New York Times.

    Dopo aver sentito lo sparo, lei è corsa fuori, ha visto gli agenti e li ha ripresi con il cellulare. Ha poi sbirciato attraverso una recinzione sul lotto adiacente, e ha visto un agente praticare un massaggio cardiaco alla donna. Ma per Martinez era chiaro che la donna era già morta.

    In un video postato su Facebook, si sente una donna che urla all’agente: “Perché li maltratti? Perché hai sparato alla ragazza? L’hai uccisa. Lui ha ucciso la ragazza. Lei è sdraiata lì ed è morta”.

    Nel filmato si vede inoltre un agente che porta via un piccolo gruppo di uomini. Secondo la polizia di frontiera si tratta di tre migranti del Guatemala privi di documenti che hanno provato a lasciare la scena.

    L’Fbi e la polizia del Texas stanno indagando su quanto accaduto, e l’agente è stato sottoposto a congedo come prevedono i regolamenti della polizia di frontiera.

    Intanto, la zia della ragazza, Dominga Vicente, ha tenuto una conferenza stampa venerdì 25 maggio, chiedendo

    Nel 2017 quasi 66mila cittadini del Guatemala sono stati arrestati al confine sud degli Stati Uniti.

    La sede dell’associazione American Civil Liberties Union (ACLU) in Texas, ha chiesto agli agenti di indossare delle videocamere per assicurare il loro corretto operare.

    Il Guatemala ha tasso di disoccupazione molto alto. Solo tre guatemaltechi su dieci hanno un lavoro regolare. Inoltre, quasi la metà della popolazione ha meno di 19 anni e gli esperti stimano che 140mila giovani entrino nel mercato del lavoro ogni anno, ma solo due su 10 troveranno lavoro regolare.

    Oltre il 60 per cento della popolazione del Guatemala vive sotto la soglia di povertà.

    Circa il 50 per cento delle donne indigene, che vivono nelle aree rurali del paese, non sa leggere e scrivere. Una donna su tre inoltre non ha accesso all’assistenza sanitaria.

    Guarda anche: Le foto delle donne indigene in Guatemala contro le discriminazioni

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