60 secondi in ascensore: così una donna ha contagiato 71 persone con il Covid
71 persone sono state contagiate dal Covid dopo che una donna ha preso un ascensore per appena 60 secondi. L’incredibile vicenda è avvenuta in Cina ed è stata oggetto di studio da parte dei Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc), che ha analizzato l’impatto che una singola persona, peraltro senza sintomi evidenti, può avere sugli altri. Secondo quanto ricostruito, tutto è iniziato ad aprile dopo che un focolaio si è diffuso in due ospedali nella provincia di Heilongjiang, in Cina. Il caso, ricostruito minuziosamente da un team di investigatori, ha inizio il 2 aprile quando un uomo viene ricoverato in ospedale in seguito a un ictus. L’uomo, che viene accompagnato al pronto soccorso dai suoi tre figli, ha il Coronavirus, ma non gli viene diagnosticato perché i medici si concentrano sull’ictus, non collegando che, invece, i due fattori possono essere collegati.
In ospedale, l’uomo e forse anche i suoi figli, infettano 28 persone, tra cui 5 infermieri e un medico. Successivamente, il paziente viene portato in un altro ospedale per la riabilitazione: qui contagia altre 20 persone. Durante questo periodo, un altro uomo, soprannominato Paziente B, accusa i sintomi del Covid-19. Il virus che ha infettato il Paziente B, però, fa parte del ceppo proveniente dagli Usa e né l’uomo né i suoi contatti provengono dagli States. Tutti i contatti stretti dell’uomo, tra cui il paziente ricoverato per ictus che si scopre essere un suo conoscente, vengono isolati e sottoposti a tampone: si scopre che almeno una cinquantina di contatti dell’uomo hanno già contratto il Coronavirus e che a loro volta lo hanno trasmesso ad altri.
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Gl investigatori, inoltre, scoprono che il Paziente B è stato ad una festa con il paziente ricoverato per ictus e con i suoi figli il 29 marzo e che nessuno dei partecipanti era risultato positivo al Covid-19. A quel punto i sospetti si sono concentrati sulla compagna del Paziente B e sulla figlia di lei, che l’uomo era andato a trovare il 26 marzo. Entrambe risultano positive al tampone, ma né la mamma né la figlia sono state di recente negli Usa né hanno avuto contatti con qualcuno proveniente da un viaggio oltreoceano. Quando stanno per demordere, gli investigatori decidono di ricominciare daccapo e scoprono che nel condominio dove vivevano numerose persone risultate positive al Coronavirus c’è anche una donna, positiva al test sierologico, che racconta di essersi messa in autoisolamento di ritorno da un viaggio negli Usa.
La donna, che abita sopra l’appartamento della compagna del Paziente B, tuttavia non ha avuto nessun contatto stretto con mamma e figlia. Gli investigatori, dunque, concludono che vi può essere stata sola una possibile fonte di contagio condivisa: l’ascensore del condominio. “Riteniamo che A0 (la donna proveniente dagli Stati Uniti) fosse una portatrice asintomatica e che B1.1 (la figlia della compagna del Paziente B) fosse stata infettata dal contatto con le superfici dell’ascensore nell’edificio in cui vivevano entrambe”. “I nostri risultati illustrano come una singola infezione asintomatica di SARS-CoV-2 potrebbe provocare una trasmissione diffusa della comunità” si legge ancora nella conclusione dello studio, secondo cui la ragazza, che ha preso l’ascensore subito dopo la paziente asintomatica, abbia toccato i pulsanti dell’ascensore, portandosi poi le mani alla bocca o al naso, contraendo, quindi, il virus.
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