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    La foto simbolo nelle proteste in Venezuela contro Maduro

    Il suo gesto ha ricordato il giovane cinese di Piazza Tienanmen nel 1989. La manifestante è stata fermata da due agenti e condotta alla stazione di polizia

    Di TPI
    Pubblicato il 20 Apr. 2017 alle 15:57 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:29

    Avvolta nella bandiera venezuelana, con le mani sul volto, una manifestante si piazza davanti a un carro armato ostacolandone il passaggio. Lì a pochi metri da lei si consumano scontri tra la polizia e i manifestanti appartenenti all’opposizione contro l’attuale presidente Maduro.

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    La donna vestita di bianco impedisce al mezzo militare di proseguire oltre. Un gesto che per molti emula quello compiuto dal giovane cinese che nel 1989 tentò di fermare i carri armati a Piazza Tiananmen. Per questo la donna è diventata in poche ore il simbolo delle proteste di massa che stanno interessando le strade e le piazze del paese sudamericano. 

    Al momento si contano cinque morti, decine di feriti e centinaia di arresti. Tra le migliaia di manifestanti scesi in piazza c’era anche lei, la donna che ha tentato di fermare l’avanzata del carro armato piazzandosi dinanzi al veicolo. Il suo gesto è stato immortalato anche in un video diffuso in rete.

    Di lei non si conosce l’identità e il suo atto di protesta è stato bruscamente interrotto dall’intervento della polizia che l’ha caricata con la forza in sella a una motocicletta. 

    Per farla desistere prima che venisse prelevata dagli agenti, uno dei soldati a bordo del mezzo militare è uscito dall’abitacolo lanciandole contro un fumogeno caduto a pochi metri da lei. Ma la donna non ha mostrato cenni d’arresa, continuando a sostare davanti al veicolo. 

    Alcune immagini scattate dai fotografi che si trovavano sul luogo delle proteste immortalano la manifestante presa con la forza dalla polizia e condotta via da due di loro. Le proteste nel paese che vanno avanti dalla fine di marzo, in seguito alla decisione della corte suprema di togliere i poteri al parlamento venezuelano, hanno raggiunto il loro apice il 19 aprile, quando gli schieramenti pro e contro Maduro sono scesi in piazza a Caracas. 

    “La madre di tutte le marce”

    La protesta di mercoledì è stata soprannominata dall’opposizione “la madre di tutte le marce”. L’intenzione è quella di manifestare contro il presidente Nicolas Maduro che è stato accusato di voler trasformare il paese in una dittatura durante la dura crisi economica. 

    I manifestanti chiedono al governo di presentare un piano per le elezioni, ridurre i controlli sulle proteste e rispettare le opposizioni.

    Maduro ha risposto convocando una marcia parallela del partito socialista nella capitale Caracas. Alla base della rivolta c’è una decisione della corte suprema della fine del mese di marzo con la quale il tribunale aveva esautorato il parlamento.

    I precedenti tentativi di realizzare marce nel paese sono stati bloccati dalla guardia nazionale. Le autorità venezuelane disporranno la chiusura 27 stazioni della metro e stabiliranno dei checkpoint per rallentare l’ingresso nella città.

    L’opposizione ha marciato in tutto il paese e i manifestanti che si sono dati appuntamento nella capitale venezuelana sono giunti da 26 città, sfilando per le vie principali e tentando di raggiungere la sede dell’Ombudsman, il Difensore Civico, nel centro della città. 

    Poco dopo mezzogiorno, un 17enne, Carlos Josè Moreno, è stato colpito a morte da un proiettile mentre stava camminando nel centro di Caracas a pochi metri dalla una delle manifestazioni. Rimane al momento senza un volto il responsabile del gesto. Il fratello della vittima, Melvin Sojo, ha raccontato al giornale locale L’Avanguardia che il giovane era uno studente di economia e passava di lì mentre si stavano svolgendo le proteste, dopo aver lasciato la sua casa nel quartiere ovest di Caracas per partecipare a una partita di calcio. 

    In diverse parti della capitale venezuelana si sono verificati atti repressivi contro i manifestanti che sono stati respinti con proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Episodi simili si sono verificati anche in altre città, come San Cristobal e Maracaibo. 

    Nella città di San Cristobal, capitale dello stato di Tachira, una donna di 23 anni è stata uccisa dopo essere stata colpita da un colpo di pistola: dalle prime ricostruzioni, la giovane non stava partecipando a nessuna manifestazioni, anche se si trovava nei pressi dell’area interessate dalla protesta. 

    Una terza vittima è stata uccisa nella cittadina di San Antonio de los Altos, cittadina dello stato di Miranda, vicino a Caracas: si tratta di un militare ferito a morte da un cecchino nel mezzo della protesta anti-governativa. 

    (Qui sotto il video che immortala l’intrepida signora che in segno di protesta si piazza davanti al carro armato)

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