Nell’ospedale St. Luke di Meridian, negli Stati Uniti, è usanza rendere omaggio ai pazienti che donano gli organi con una “sfilata del rispetto”. Al momento stabilito tutto il personale medico presente nella struttura si allinea insieme a parenti, amici e pazienti lungo i corridoi della terapia intensiva per ‘accompagnare’, silenziosamente, il donatore nel suo ultimo gesto d’amore.
A portare alla luce questo rituale è stato lo stesso ospedale con un video pubblicato su Facebook e realizzato grazie al consenso del paziente: un uomo di 53 anni, malato terminale, la cui identità è rimasta anonima per volere della famiglia.
“È un modo per onorare i pazienti e le famiglie che prendono queste difficili decisioni”, ha detto all’Idaho Statesman la responsabile della comunicazione dell’ospedale Anita Kissee.
È lei a spiegare le origini di questo gesto: “Abbiamo iniziato qualche anno fa, quando è morto il figlio di un dipendente dell’ospedale e i suoi colleghi hanno voluto rendergli omaggio in questo modo”.
Quella del 53enne è stata la seconda donazione in una settimana. “Un caso molto raro e che ci rende davvero felici”, ha concluso la portavoce del St. Luke.
Gli organi dell’uomo sono stati donati alla Pacific Northwest Transplant Bank e ad altri ospedali. Tra le strutture c’è anche un ospedale pediatrico di Portland, che dopo aver visto il video ha deciso di omaggiare i pazienti allo stesso modo.
Negli Stati Uniti il 75 per cento degli adulti è a favore della donazione degli organi. Tuttavia, secondo le statistiche del governo, solo il 54 per cento si è iscritto al registro dei donatori.
In Italia il numero di donazioni e trapianti è in un aumento. Stando ai dati del ministero della Salute, nel 2017 i donatori sono stati 1741: cifra che ha fatto segnare un incremento del 9 per cento rispetto all’anno precedente. Un trend che è in ascesa già da tempo: negli ultimi cinque anni infatti i cittadini che hanno accettato di donare gli organi sono aumentati del 29 per cento.