Donald Trump nelle scorse ore è stato incriminato per la quarta volta in cinque mesi. Questa volta però non dovrà presentarsi in tribunale da solo: altre 18 persone sono accusate con lui di aver cospirato per tentare di ribaltare il risultato elettorale delle elezioni 2020 con pressioni su pubblici ufficiali, affermazioni false e perfino col tentativo di spacciare per Grandi Elettori (coloro che nel sistema americano hanno il potere di ratificare col loro voto la vittoria del presidente in ciascun stato) persone che non lo erano. “Mi sembra manipolata!”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma social Truth.
“Una cospirazione criminale per cercare di sovvertire il risultato delle elezioni” 2020 in Georgia, l’ha definito la procuratrice distrettuale della contea di Fulton, Fani Willis illustrando in una conferenza stampa convocata in piena notte le accuse: 13 per il solo ex presidente già incriminato formalmente in altri tre stati.
Trump infatti è stato incriminato a New York per aver pagato con fondi sottratti alla campagna elettorale il silenzio della pornostar Stormy Daniels con cui aveva avuto una relazione; a Miami per le carte classificate portate via dalla Casa Bianca e conservate in un gabinetto del suo resort a Mar-a-Lago; e a Washington per il ruolo attivo nel tentativo di sovvertire i risultati delle presidenziali 2020 che portarono all’assalto al Congresso del 6 gennaio.