Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha licenziato il direttore dell’Fbi, James Comey, che stava indagando sul Russiagate, il caso di possibili collusioni tra lo staff del tycoon e il Cremlino durante la campagna elettorale per le presidenziali.
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L’annuncio è stato dato dalla Casa Bianca con un comunicato in cui si sottolinea la necessità di “ricostruire la fiducia nella più importante agenzia di sicurezza del Paese. Questa giornata segna un nuovo inizio per il gioiello della corona dei nostri apparati giudiziari. La ricerca del nuovo direttore inizierà immediatamente”.
L’amministrazione guidata da Trump ha accusato Comey di non aver gestito in modo appropriato l’inchiesta sullo scandalo delle mail che ha travolto la rivale democratica di Trump nella corsa per la Casa Bianca, Hillary Clinton, rea di aver utilizzato un server di posta privato quando era segretario di Stato.
Durante le presidenziali, però, Trump aveva lodato Comey per aver reso nota l’apertura di un dossier sulla Clinton il 28 ottobre, a pochi giorni dal voto. Comey, durante un’audizione in Senato, ha difeso la sua decisione di rendere pubblica l’inchiesta sulla Clinton.
“Sebbene abbia molto apprezzato il fatto che tu mi abbia informato, in tre diverse occasioni, di non essere sotto inchiesta, concordo tuttavia con il giudizio del dipartimento di Giustizia nel ritenere che tu non sia in grado di guidare in modo efficace il Bureau”, ha scritto Trump nella lettera con cui ha licenziato Comey.
La Casa Bianca ha fatto sapere che l’uscita di scena di Comey è stata caldeggiata dal procuratore generale Jeff Session e dal suo vice Rod J. Rosenstein.
Comey, 56 anni, era stato nominato nel 2013 dall’ex presidente Barack Obama e il suo mandato scadeva nel 2023.
Comey è stato licenziato con effetto immediato e, secondo le normali procedure dell’agenzia, ad assumere la guida ad interim dovrebbe essere il suo vice, Andrew G. McCabe.
L’annuncio del licenziamento ha scatenato proteste bipartisan. Democratici e Repubblicani hanno chiesto la nomina di un procuratore indipendente per tutelare le indagini del Bureau sul Russiagate.
Il leader di minoranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, ha pubblicamente definito la mossa di Trump un tentativo di insabbiare l’inchiesta, mentre altri suoi colleghi di partito hanno evocato lo scandalo del Watergate e le interferenze dell’allora presidente Richard Nixon.
Il senatore John McCain, ex candidato alla presidenza per i Repubblicani nel 2008 contro Barack Obama, si è detto “deluso” da Trump e ha sottolineato la necessità di istituire una commissione speciale per le indagini sul Russiagate.
Richard Burr, repubblicano che guida la commissione Intelligence del Senato, si è dichiarato “turbato” dal “timing e dalle motivazioni del licenziamento”.
Secondo quanto riferito dal New York Times, Comey avrebbe saputo di essere stato licenziato dalla televisione, mentre parlava con alcuni dipendenti dell’Fbi a Los Angeles. In un primo momento Comey aveva pensato si trattasse di uno scherzo. Poco dopo, la lettera in cui veniva comunicato il suo licenziamento è stata consegnata nel quartier generale del Bureau a Washington.
Prima di Trump, l’unico presidente statunitense a licenziare il capo dell’Fbi era stato Bill Clinton, quando nel 1993 licenziò William S. Session, nominato da Reagan, che si era rifiutato di dimettersi per motivazioni legate alla condotta etica.
Dal 1972, con l’uscita di scena di Edgar Hoover, che ha guidato l’Fbi per 48 anni, il direttore del Bureau viene scelto dal presidente statunitense. La sua nomina deve essere confermata dal Senato e il mandato dura 10 anni.
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