Alcuni miliziani sospettati di appartenere all’Isis hanno ucciso 12 soldati, ferendone altri otto, in un attacco avvenuto presso un posto di blocco lungo una strada nella penisola del Sinai, in Egitto.
L’esercito ha comunicato che nell’attacco, che è stato compiuto utilizzando fucili d’assalto e armi pesanti, sono morti anche 15 militanti del sedicente Stato islamico.
I militari feriti sono stati trasportati all’ospedale di al-Arish.
La penisola del Sinai, un’area dell’Egitto desertica e scarsamente popolata, ha subito numerosi attacchi da parte di jihadisti, soprattutto dopo il colpo di stato messo in atto dall’esercito egiziano nel luglio del 2013, che ha deposto il presidente dei Fratelli musulmani Mohamed Morsi e portato al potere Abdel Fattah al-Sisi.
Nel 2014, gli insorti dell’esercito hanno giurato fedeltà al sedicente Stato islamico con il nome di “Provincia del Sinai”. Nelle fila del gruppo jihadista combattono tra i mille e i 1.500 miliziani.
Il gruppo è ritenuto responsabile per l’uccisione di centinaia di soldati e poliziotti, e a iniziato a colpire anche gli occidentali che si trovano nel paese.
L’attacco più sanguinoso è avvenuto nell’ottobre del 2014, quando furono uccisi 33 soldati egiziani.
Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’ex capo dell’esercito succeduto a Morsi, ha definito la minaccia jihadista come “esistenziale” per l’Egitto.