IIl tribunale di Belfast ha stabilito che le leggi che nell’Irlanda del Nord vietano l’aborto sarebbero incompatibili con la Convenzione europea sui diritti umani.
La sentenza di lunedì 30 novembre potrebbe portare a una modifica delle normative vigenti, secondo cui chi pratica un’interruzione di gravidanza sarebbe punibile col carcere a vita dato che è ancora in vigore l’Atto contro le offese alla persona del 1861.
Questo stato è l’unico all’interno del Regno Unito in cui non viene applicata la legge sull’aborto del 1967.
Secondo la Commissione per i diritti umani dell’Irlanda del Nord, una conseguenza probabile potrebbe essere la legittimazione all’interruzione di gravidanza per le donne rimaste incinte dopo uno stupro, un atto incestuoso o in caso di malattie del feto.
A luglio 2015 oltre 200 persone avevano sfidato la polizia locale ammettendo in una lettera aperta di aver procurato pillole abortive per altre donne e ragazze.
Nel 2013, circa 800 donne nordirlandesi sono state costrette a viaggiare fino agli ospedali britannici per potersi sottoporre a un’interruzione di gravidanza legale. Tra loro, anche una ragazzina di 13 anni che era rimasta incinta dopo aver subito violenze in famiglia.