In Turchia sta facendo discutere un disegno di legge che prevede la cancellazione dei reati di aggressione sessuale sui minori nei casi in cui l’atto è avvenuto in maniera consenziente, e se il responsabile dell’abuso decide di sposare la vittima.
Ovviamente, la proposta ha scatenato dure proteste in tutto il paese. Nei giorni scorsi, migliaia di manifestanti hanno invaso il centro di Istanbul per esprimere il loro sdegno verso una norma che, se dovesse essere approvata, legittimerebbe le persone condannate per stupro ad agire liberamente e incoraggerebbe l’abuso sui minori.
Il disegno di legge è stato discusso in prima battuta nell’Assemblea di Ankara giovedì 17 novembre e sarà riproposto sul tavolo del confronto nei prossimi giorni. La proposta è stata avanzata dal partito conservatore di ispirazione religiosa del presidente Erdogan (AKP), con l’intento di regolamentare la consuetudine dei matrimoni tra minori piuttosto diffusi in Turchia, soprattutto nel sudest del paese.
Se la norma dovesse essere approvata, permetterebbe la scarcerazione di uomini colpevoli di aver aggredito sessualmente dei minori e legittimerebbe tale atto se questo a suo tempo non è stato commesso con la forza o con le minacce. Inoltre, cadrebbero tutte le responsabilità penali laddove si ricorrerebbe al cosiddetto “matrimonio riparatore” con la vittima.
L’età legale per contrarre il matrimonio in Turchia è fissato a 18 anni, ma le unioni precoci sono una pratica assai diffusa nel paese. La proposta ha infiammato gli animi dei gruppi d’opposizione, di numerose celebrità nazionali e perfino di un’associazione no profit la cui vice presidentessa è la figlia di Erdogan.
Il 19 novembre scorso, i manifestanti sono scesi per le strade e hanno invaso le piazze non solo del centro di Istanbul, ma di altre città turche come Smirne e Trebisonda, sventolando cartelloni di protesta, strappando copie della legislazione e scandendo slogan come “lo stupro è un crimine contro l’umanità” e “gli abusi non possono essere legittimati”.
“L’Akp sta cercando di legittimare un testo che perdona coloro che sposano la bambina che hanno violentato”, ha replicato un parlamentare per l’opposizione del Partito Repubblicano del Popolo (Chp).
(Qui sotto un video della protesta organizzata a Istanbul contro la proposta di legge presentata dal partito di Erdogan)
“Women march in İstanbul against child-rape-marriage proposal of Erdoğan’s government.” via @BarbarossaKaya pic.twitter.com/J9wej1EBqD
— Turkey Deeply (@TurkeyDeeply) 19 novembre 2016
L’eco della protesta è arrivato anche sui social media. Su Twitter, l’hashtag #TecavuzMesrulastirilamaz (Lo stupro non può essere legittimato) è stato il più condiviso tra gli utenti che hanno espresso la loro rabbia. Nel frattempo, è stata lanciata una petizione su change.org al fine di esortare le autorità a bloccare l’approvazione della norma, che ha ricevuto finora oltre 600mila firme.
Su questa linea critica anche l’Associazione delle donne e la democrazia (Kadema) presieduta nelle vesti di vice presidentessa dalla figlia del premier turco, Sümeyye Erdogan Bayraktar. Alcuni esponenti dell’organizzazione no profit si sono domandati in che modo si potesse dimostrare che l’atto sessuale compiuto su un minore fosse avvenuto senza l’uso della forza o con il consenso di quest’ultimo.
“Come può essere identificata la volontà della ragazza coinvolta? Ecco, noi vorremmo richiamare l’attenzione proprio su questo punto e sui problemi che tale provvedimento potrà generare nel caso in cui entrasse in vigore”, ha commentato un membro dell’associazione Kadema.
Non si è fatta attendere la replica del governo turco che ha respinto le accuse e le critiche ritenendole del tutto fuorvianti. Sull’argomento è intervenuto il primo ministro Binali Yıldırım, il quale ha sottolineato come ci siano persone che si sposano prima di raggiungere l’età legale. “Solo che non conoscono la legge”, ha ribadito Yildirim aggiungendo che questa norma mira proprio a “sbarazzarsi di questa ingiustizia”.
Il ministro della giustizia turco, Bekir Bozdag, ha invece commentato così: “I matrimoni che coinvolgono i minori sono purtroppo una triste realtà in Turchia, ma gli uomini coinvolti non sono né stupratori né aggressori sessuali”.
Già lo scorso luglio, prima del golpe fallito, la Corte Costituzionale turca aveva annullato una norma del codice penale che puniva come “abuso sessuale” qualunque atto sessuale che coinvolgesse un minore di 15 anni.