Si è tenuto ieri sera l’infuocato dibattito televisivo tra i due candidati all’Eliseo Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Nel tentativo di conquistarsi i prossimi cinque anni di mandato, il presidente in carica ha lanciato l’affondo contro la sua avversaria di estrema destra accusandola di avere legami con Mosca per aver accettato un dubbio prestito da una banca ceco-russa nel 2014 e di voler togliere alle donne islamiche il diritto di portare il velo in pubblico.
Durante l’unico faccia a faccia tra i due prima che l’elettorato francese si rechi a votare questa domenica, Macron ha dichiarato che la sua rivale non è adatta a guidare la Francia, Paese multietnico e potenza nucleare, e che Le Pen può dialogare con Mosca, tentando di dipingerla come una persona inaffidabile e accusandola di disonestà per i dati falsati che ha utilizzato per formulare le sue promesse elettorali.
Macron ha anche sottolineato che il divieto annunciato dalla candidata anti-immigrazione di indossare il velo in pubblico per le donne musulmane potrebbe scatenare una “guerra civile” nel Paese che ha la più grande popolazione musulmana d’Europa.
Le Pen, dal canto suo, ha tentato di appellarsi agli elettori che faticano ad affrontare il carovita, come conseguenza del conflitto in corso in Ucraina. Ha fatto sapere che se venisse eletta come primo presidente donna della Francia l’abbassamento dei costi per i beni essenziali sarà una priorità nella sua agenda, rappresentandosi come la candidata per gli elettori che non riescono ad arrivare a fine mese.
Ha aggiunto che la presidenza di Macron ha lasciato profonde divisioni nel Paese facendo più volte riferimento al movimento di protesta dei cosiddetti “gilet gialli” che scossero il governo prima della pandemia di Covid-19 dopo mesi di dimostrazioni violente contro le politiche economiche di Macron, sostenendo che è ora di “ricucire il Paese.”