Da alcuni mesi Alessandro Di Battista è impegnato in una nuova vita: un viaggio zaino in spalla assieme alla moglie e al figlioletto con i quali sta percorrendo la spina dorsale del Centro America.
Non è però per Di Battista un viaggio di solo piacere: realizza infatti durante questa esperienza dei reportage per conto della web TV Loft del Fatto Quotidiano.
Mantenendo fede alla parola data, Di Battista non si è più candidato ed è tornato a essere un semplice attivista e soprattutto un cittadino libero come da lui sottolineato.
Il programma di viaggio però potrebbe presto subire delle modifiche.
Sui social sudamericani, infatti, comincia a circolare l’hashtag #dibattistafueraya (Di Battista via adesso), di profilo in profilo.
Dal Messico all’America Latina tutta, sta rimbalzando un messaggio di allarme, con tanto di “foto segnaletica” del politico italiano. Sembra che Di Battista non sia persona gradita, almeno a una parte di chi parla sui social.
@ale_dibattista es un politico de un partido que hace parte del gobierno racista y de ultraderecha italiano.
Aprovechándose de la hospitalidad de las comunidades centroamericanas intenta aparentar ser de izquierda mientras colabora con los fascistas.#nolodejenentrar pic.twitter.com/S5LpZB9hMx— Nino Buenaventura (@Ninobuenaventur) 26 settembre 2018
A dare la notizia è il quotidiano La Repubblica, che riporta il messaggio diventato virale:
“Attenzione – si legge nel messaggio – questo signore, Alessandro Di Battista, sta viaggiando per il Centroamerica facendo reportage e foto sui processi di resistenza, si presenta come un cooperante di sinistra, ma in realtà è il leader del M5S, partito italiano che sta al governo, che sostiene posizioni fasciste e razziste contro migranti africani, asiatici e latinoamericani”.
Nel mirino del popolo sudamericano la strada intrapresa sul tema immigrazione, con i porti chiusi e i respingimenti che sembrano aver fatto clamore. Ma non solo: in Messico non ha fatto particolarmente piacere, vista la situazione della politica italiana, la visita di Di Battista al caracol di Oventik, comunità zapatista di San Cristobal (Chiapas).
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