Dazi Cina Usa | Trump | Riassunto
La guerra commerciale dei dazi tra Cina e Usa è al centro del dibattito internazionale dopo l’aumento delle tariffe doganali sui prodotti cinesi dal 10 al 25 percento deciso dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e entrato in vigore il 10 maggio 2019.
Pechino ha risposto alla stretta di Washington annunciando a sua volta un aumento delle tariffe sulle merci provenienti dagli Usa: una mossa da circa 60 miliardi di dollari.
Cerchiamo di capire cosa sono i dazi, cosa riguardano e quali sono le ripercussioni della guerra dei dazi per il mondo intero.
Dazi doganali: che cosa sono
I dazi sono imposte indirette che si applicano alla dogana ad alcuni prodotti che vengono venduti da uno stato a un altro.
L’obiettivo dei dazi è quello di proteggere i beni e i servizi prodotti all’interno, facendo salire il prezzo dei prodotti provenienti dall’estero.
Si tratta di una pratica commerciale molto antica, che in anni recenti ha lasciato sempre più spazio ad accordi di libero scambio tra paesi. Ad esempio all’interno dell’Ue vige la libera circolazione delle merci che di fatto ha vietato ogni dazio tra stati membri.
Accordi commerciali simili sono stati in passato ad esempio il Gatt, il General Agreement on Tariffs and Trade, un accordo internazionale, sottoscritto da oltre 120 paesi che aveva lo scopo di favorire il libero scambio a livello mondiale.
Nel 1995 al Gatt subentra il Wto, l’organizzazione mondiale del Commercio, che va nella stessa direzione: abolire i dazi per le merci in entrata e uscita tra i vari paesi membri.
Esistono poi una serie di accordi bilaterali, stipulati dai vari paesi, che hanno lo scopo di liberalizzare il commercio tra due paesi.
Guerra dei dazi | Le tappe principali
La guerra dei dazi risale ormai al marzo 2018, quando Donald Trump decise di imporre dazi su alluminio e acciaio per avvantaggiare le aziende statunitensi. Il paese maggior produttore di acciaio è la Cina.
Quella decisione innescò una serie di botta e risposta tra Pechino e Washington.
La guerra dei dazi ha avuto come effetto una riduzione enorme degli investimenti reciproci tra Usa e Cina: basti pensare che nel 2016 ammontava a 60 miliardi di dollari, scendendo a 19 miliardi tre anni dopo.
Il 12 marzo 2018 Trump firmava la legge per introdurre dazi doganali su acciaio e alluminio. Il decreto, che non era diretto esplicitamente alla Cina, imponeva nuovi dazi doganali alle importazioni di acciaio e alluminio, rispettivamente del 25 e del 10 per cento. La Cina, essendo il maggior produttore di alluminio, era di fatto il paese più colpito.
Il 22 marzo 2018 Trump annunciava sanzioni per 60 miliardi alla Cina, per rispondere all’aggressione economica da parte di Pechino, perpetrata attraverso il furto e il trasferimento di segreti tecnologici e tutelati dalla proprietà intellettuale nei confronti delle aziende americane. In quell’occasione Trump annunciò che si trattava della “prima di molte azioni commerciali”.
Quelle sanzioni contro la Cina avevano l’obiettivo di colpire le importazioni di merci cinesi, tra cui scarpe, abbigliamento ed elettronica.
Per rispondere alle mosse di Trump, alcuni giorni dopo, il 2 aprile 2018, la Cina decideva di imporre a sua volta nuove tariffe sulle merci provenienti dagli Usa.
Le nuove tariffe, con un aumento fino al 25 per cento, riguardavano 128 prodotti, tra cui carne di maiale e vino.
Il 6 luglio 2018 una nuova tornata di dazi da 34 miliardi, annunciati alcune settimane prima da Trump, sono entrati in vigore. Nei mesi successivi è andato in scena un infinito botta e risposta tra Pechino e Washington, per un valore totale di 250 milioni di dollari.
A dicembre 2018 si è tenuto il primo faccia a faccia tra Donald Trump e Xi Jinping, in cui i due presidenti si sono detti pronti a lavorare insieme per aprire le porte a migliori relazioni commerciali tra i due paesi.
Dazi Cina Usa | L’annuncio di Trump
L’annuncio di Trump di domenica 5 maggio che prevede l’aumento dei dazi, è entrato in vigore alle 12.01 (ora locale) di venerdì 10 maggio.
Precedentemente, i dazi di alcuni beni in arrivo dal mercato cinese, in particolare quelli tecnologici, erano fissati al 25 per cento. E Trump vuole portare al 25 per cento anche i dazi di quei prodotti che al momento sono al 10 per cento.
La decisione di Trump arriva, come ha spiegato il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, come risposta agli ultimi tentennamenti della Cina in sede di negoziati. Al momento l’accordo sui dazi tra Cina e Usa è stato negoziato al 90 per cento. Nei prossimi giorni si attende a Washington una delegazione cinese per proseguire le trattative commerciali.
“L’accordo sul commercio con la Cina continua, ma troppo lentamente, dato che loro continuano a cercare di rinegoziarlo: no!”, ha scritto il presidente Usa domenica 5 maggio. “Per 10 mesi la Cina ha pagato tariffe agli Usa del 25% su 50 miliardi dollari sull’alta tecnologia e del 10% su 200 miliardi di altri beni. Questi pagamenti sono in parte responsabili dei nostri straordinari risultati economici”.
In base agli accordi tra Trump e Xi Jinping al G20 di Buenos Aires di dicembre 2018, le tariffe doganali tra i due paesi sarebbero dovute rimanere ferme al 10 per cento fino alla fine dei negoziati. Ma così non sarà.
La Cina non ha reagito dopo l’annuncio di Trump. Adesso si attende la visita della delegazione, che l’8 maggio arriverà a Washington.
Dazi Usa: lista prodotti
La lista dei prodotti provenienti dalla Cina sottoposti a dazi oltre 1.300 beni, tra cui prodotti chimici industriali, medicinali e metalli.
In lista ci sono prodotti ad alta tecnologia nei settori della medicina, delle telecomunicazione e dell’ingegneria aerospaziale, inclusi elicotteri e motori per aerei, ma anche beni meno sofisticati come lavatrici, auricolari, spazzaneve, test per la malaria, defibrillatori, denti artificiali, trivelle, fucili, lanciafiamme e lanciagranate.
Dazi Cina Usa | La risposta di Pechino
La Cina ha risposto alla stretta sui dazi imposta dal presidente Trump annunciando a sua volta un aumento delle tariffe sui prodotti in arrivo dagli Stati Uniti.
Pechino ha reso noto che introdurrà aliquote dal 5 al 25 per cento su circa 5mila merci statunitensi, un’operazione da circa 60 miliardi di dollari.
Non è ancora noto quali sono i prodotti interessati dalla stretta cinese.
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