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    Due persone su tre soffrono di danni dovuti all’uso eccessivo di schermi

    Ogni giorno passiamo circa 11 ore di fronte a qualche tipo di schermo digitale, e questo sta producendo effetti negativi agli occhi e alla concentrazione di molte persone

    Di TPI
    Pubblicato il 6 Ott. 2016 alle 14:09 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:34

    Già negli anni Novanta medici e genitori raccomandavano di
    non esagerare nel guardare la televisione troppo a lungo e troppo da vicino, ma
    negli ultimi anni questo consiglio ha assunto la forma di un vero e proprio
    allarme, visto che tra computer, smartphone, tablet e lettori di ebook, oggi
    passiamo molto più tempo di fronte a schermi di qualche tipo.

    L’”Affaticamento digitale dell’occhio” è ormai un
    disagio riconosciuto a livello medico, e i suoi sintomi non sono solo fastidio
    agli occhi, visione offuscata, bruciore, ma anche mal di testa e disturbi del
    sonno. Nei soli Stati Uniti sono quasi due terzi degli adulti americani ora ad
    aver provato sintomi del genere a causa di un uso prolungato di dispositivi
    elettronici, e le abitudini quotidiane di molte persone sembrano spiegare
    facilmente il fenomeno.

    Molto spesso, il bagliore dello schermo di un telefono
    cellulare è la prima cosa verso cui puntare lo sguardo al risveglio e l’ultima
    cosa che guardiamo prima di dormire, con in mezzo una giornata piena di schermi
    di vario genere, soprattutto per chi usa il computer come strumento di lavoro.

    L’agenzia di sondaggi Nielsen riporta infatti che gli
    americani dai 18 anni in su trascorrono circa 11 ore al giorno di fronte a
    media elettronici come TV, smartphone e computer, e la società di software Citrix
    riferisce che nel 2020 i dipendenti potranno accedere al proprio lavoro
    utilizzando una media di sei diversi dispositivi informatici al giorno.

    Il problema risiede principalmente nella cosiddetta luce blu,
    che è quella emanata dai dispositivi elettronici ed è nota come luce ad alta
    energia, perché rispetto ad altri colori caldi come gli aranci e i rossi richiede
    più sforzo da parte dell’occhio che deve immagazzinare le informazioni visive
    relative.

    In un articolo scritto per il World Economic Forum, Roy
    HesselI, amministratore delegato della compagnia di ottica Coastal, consiglia vivamente
    la regola del “20-20-20” per combattere questi pericoli, ovvero fare una pausa
    di 20 secondi ogni 20 minuti di lavoro allo schermo per guardare qualcosa che
    si trovi a 20 piedi di distanza, o per chi come noi usa il sistema metrico, 6
    metri.

    Un’altra buona abitudine è quella di sbattere spesso le
    palpebre, perché fissare schermi spesso riduce la frequenza con cui si svolge
    quest’attività, rendendo così gli occhi più secchi. Anche aumentare la distanza
    dallo schermo e regolare la luminosità sono buone regole da seguire. In questo
    senso, le versioni recenti del sistema operativo iOS di Apple hanno una
    funzione chiamata Night Shift, che rende più caldi i colori del display,
    proprio per ridurre i danni. Una funzione svolta anche dalla app F.lux.

    In questo video realizzato dal World Economic Forum, alcuni
    dati sui danni che l’eccessiva esposizione agli schermi può causare:

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