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    Come verranno curati i ragazzi rimasti intrappolati nella grotta in Thailandia

    Credit: LILLIAN SUWANRUMPHA - AFP

    I ragazzi sono stati tratti in salvo dopo 17 giorni e sono stati messi in quarantena. Alcuni di loro sono riusciti a vedere le loro famiglie solo attraverso un vetro

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 10 Lug. 2018 alle 17:12 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:26

    Dopo 17 giorni rinchiusi in una grotta della Thailandia, i 12 ragazzi della squadra di calcio nota come “I cinghiali” e il loro allenatore sono stati tratti in salvo dai soccorritori.

    Le operazioni erano iniziate il 9 luglio 2018, ma gli ultimi membri della squadra hanno rivisto la luce del sole oggi, 10 luglio.

    Secondo quanto raccontato dai soccorritori, ad aver aiutato i ragazzi a sopravvivere per tutti questi giorni nelle grotte sarebbe stata la meditazione buddista insegnata loro dall’allenatore.

    Una volta usciti dalla grotta, i primi ragazzi hanno chiesto di poter mangiare il pad kra pao, un piatto di riso fritto con pollo e basilico tipico della Thailandia.

    La richiesta, però, non è stata esaudita dai soccorritori.

    I ragazzi infatti potranno mangiare solo riso morbido, senza condimento e soprattutto non piccante.

    Dopo 17 giorni senza mangiare regolarmente, infatti, i ragazzi non possono riprendere immediatamente le normali abitudini alimentari, dovendo dare tempo al loro corpo di riabituarsi al consumo di cibo.

    Una volta soccorsi, i membri della squadra e il loro allenatore sono stati trasportati in ospedale per le cure mediche e sono stati messi in quarantena.

    L’incontro con i parenti, in attesa all’esterno della grotta, è stato quindi rimandato.

    I medici infatti stanno controllando le condizioni di salute dei ragazzi, accertandosi che non abbiano contratto infezioni o malattie contagiose mentre erano nella grotta.

    I primi membri della squadra tratti in salvo sono riusciti a vedere i genitori solo attraverso un vetro.

    I medici hanno anche installato un collegamento telefonico nella stanza in cui si trovano i ragazzi per permettere loro di parlare con la famiglia mentre sono in quarantena.

    Dei 4 ragazzi estratti dalla grotta il 9 luglio, due sono stati anche curati per una leggera infezione ai polmoni e sono stati somministrati loro degli antibiotici.

    Dopo 17 giorni al buio, i membri della squadra e il loro allenatore dovranno anche riabituarsi alla luce del sole.

    Per questo motivo, una volta tornati nel mondo esterno, i soccorritori hanno fornito ai ragazzi degli occhiali protettivi.

    Il secondo gruppo deve ancora indossare le lenti, essendo stati recuperati da poco.

    Inoltre, ai ragazzi non è stato permesso vedere la televisione, almeno per il momento, per non danneggiare la loro salute mentale.

    Gli psicologi hanno detto che i ragazzi sono in buone condizioni psicologiche, ma non vogliono correre rischi.

    I medici però hanno detto che i ragazzi potranno vedere in tv la finale dei Mondiali.

    La squadra infatti era stata invitata dal presidente della FIFA, Gianni Infantino, ad assistere alla partita finale a Mosca.

    I ragazzi però non sono nelle condizioni per viaggiare.

    Oltre alla salute fisica dei ragazzi, i medici si stanno occupando anche dei problemi psicologici che i membri della squadra potrebbero avere.

    Secondo quanto spiegato dal dottore Andrea Danese, a capo dello Stress and Development Lab di South London e Maudsley NHS Fondazione Trust, la maggior parte di queste ripercussioni psicologiche sarà temporanea e alleviata entro poche settimane dal salvataggio.

    In alcuni bambini, però, l’esperienza traumatica potrebbe avere un effetto duraturo.

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