Il sito del disastro nucleare di Chernobyl nel nord dell’Ucraina è stato sigillato da una sorta di cupola metallica che impedirà al reattore di emettere radiazioni per i prossimi cento anni.
Visibile a chilometri di distanza, la struttura ad arco pesa circa 36mila tonnellate ed è stata lentamente trascinata a racchiudere il sito nel corso dei quattro giorni passati.
A questo punto, il reattore potrà essere smantellato in sicurezza, a oltre trent’anni dal disastro che colpì una vasta area di territorio europeo.
Era il 26 aprile 1986 quando fallì un test nell’impianto nucleare sovietico e le radiazioni costrinsero oltre 50mila persone a evacuare, mentre un numero mai accertato di persone furono contaminate.
Fu costruito in breve tempo una sorta di sarcofago in cemento, che avrebbe dovuto contenere le radiazioni, e nel 2001 si cominciò a lavorare a una soluzione a lungo termine.
La costruzione del nuovo arco di contenimento ha coinvolto oltre 40 paesi e organizzazioni ed è costata oltre due miliardi di euro, in larga parte donazioni gestite dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo.
La struttura è stata progettata per resistere a eventi atmosferici estremi, alle alte temperature e alla corrosione.
Nonostante isoli completamente il sito del disastro, l’area circostante per una superficie di 2.600 chilometri quadrati resterà inabitabile e chiusa al transito non autorizzato.
–LEGGI ANCHE: Cosa rimane dopo Chernobyl
–LEGGI ANCHE: Un fantasma in una città fantasma
Leggi l'articolo originale su TPI.it