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    Un moderno cambio di prospettiva sulla pornografia d’autore

    Erika Lust, il femminismo e il progetto di un nuovo cinema per adulti

    Di TPI
    Pubblicato il 29 Apr. 2017 alle 15:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:21

    Erika Lust, al secolo Erika Hallqvist, è una giovane regista di origini svedesi attiva a Barcellona e impegnata nella ricerca di uno sguardo originale sull’universo della pornografia contemporanea.

    Il suo lavoro inizia nel 2004 con The Good Girl, cortometraggio rilasciato in rete e scaricato da due milioni di utenti in pochi mesi. Negli anni successivi la produzione continua incessantemente e sono numerosissimi i riconoscimenti che la regista ottiene grazie al suo lavoro originale e sofisticato che si va a inserire nell’acceso dibattito tra pro e contro pornography femminista

    Il progetto della regista nasce dalla necessità di ricercare una nuova prospettiva, più autentica e onesta, attraverso la quale riuscire a combattere l’ostracismo al quale si sentono costrette le spettatrici femminili nell’ambiente del cinema per adulti.

    Nei decenni passati l’instancabile società moderna ha prodotto una dirompente evoluzione di usi e costumi alla quale il cinema erotico e la pornografia non sembrano essere restati al passo. È necessario ripensare queste categorie in ragione di un’ottica capace di includere anche le donne. La promessa di Erika prevede dunque l’introduzione di nuove idee nel cinema per adulti.

    La poca credibilità che deriverebbe dal porno tradizionale renderebbe il prodotto non sufficientemente adeguato alla soddisfazione di un pubblico che con il tempo è cambiato, evolvendosi verso nuove prospettive licenziosamente più consapevoli e accorte.

    Le donne che fruiscono del  materiale pornografico spesso dichiarano di non gradire i contenuti. Erika combatte un tipo di porno artificioso, atto a veicolare la rappresentazione di una donna sovente sottomessa e costretta a canoni estetici predisposti con forza da un mercato spiccatamente maschile, in favore di riprese attente a mostrare il fascino e l’attrattiva di un atto vissuto con complicità da tutte le parti coinvolte.

    Come spesso accade, la prospettiva femminista tende ad essere faziosamente confusa con una volontà di rivalsa e preminenza dello sguardo femminile su quello maschile. Erika, sensibile e preparata a proposito della tematica della parità di genere, punta ad un risultato artisticamente curato che risulti gratificante per lo spettatore, a prescindere dalla sua natura.

    Non tutto comunque ruota attorno al puro godimento estetico del prodotto cinematografico. La regista infatti si è dimostrata più volte molto attenta nell’osservazione del ruolo che il cinema per adulti è in grado di svolgere all’interno della società moderna. Si tratta dunque di una vera e propria educazione sessuale e soprattutto

    educazione di genere, in grado di rettificare eventuali visioni distorte della sessualità, ma anche di avvicinare ad una visione dei rapporti umani più libera e naturale.

    L’ultimo progetto, iniziato nel 2014 e portato avanti fino a tempi più recenti, è intitolato XConfessions. Si tratta di storie personali raccontate direttamente dagli utenti, selezionate da Erika e trasformare cortometraggi.

    Quel senso di vergogna e pudore che tradizionalmente sembra avvolgere questo genere di tematiche sembra scemare di fronte alle cifre relative alle visite del sito e alle visualizzazioni dei video.

    Potrebbe effettivamente trattarsi di un’autentica rivoluzione di costume, non troppo dissimile a quelle ben note alle precedenti generazioni di giovani uomini e donne. Se consideriamo lo scandalo e il disagio che appena qualche decennio fa era in grado di produrre una donna non del tutto coerente all’immagine stereotipica diffusa, non sembra così surreale affrontare questo genere di evoluzione nell’ottica di uno spontaneo e potente cambio di prospettiva.

    — A cura di Ludovica Valentino di Culturificio

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