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    Croazia, la denuncia dell’ong: “Polizia marchia migranti che passano il confine. È umiliante”

    Credits: Nkk / Guardian
    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 14 Mag. 2020 alle 15:05 Aggiornato il 14 Mag. 2020 alle 15:06

    Croazia, “polizia marchia i migranti con vernice spray”: le accuse dell’ong

    “In Croazia, la polizia marchia tutti i migranti che attraversano il confine dalla Bosnia con una croce sulla testa, realizzata utilizzando una vernice spray arancione”: è questa la dura accusa lanciata, dalle pagine del Guardian, nei confronti degli agenti croati da No Name Kitchen (Nnk), una ong che opera a Velika Kladua, a 2 chilometri dal confine. Il noto quotidiano britannico ha anche pubblicato diverse foto che documenterebbero quella che è una vera e propria umiliazione fisica e morale per chi tenta di entrare in Croazia dalla Bosnia.

    A denunciare la questione è stato Jack Sapoch, membro della ong e anche del Border Violence Monitoring, un’organizzazione di vigilanza. Secondo Sapoch, la polizia croata marchia con la vernice spray i migranti per identificare tutti coloro che provano ad attraversare il confine, ma anche per umiliarli. Inevitabile, infatti, il richiamo alla croce come simbolo religioso: “Forse – ha spiegato il membro di Nnk – tentano di traumatizzarli con quella croce. La maggior parte dei migranti, infatti, è musulmana”. Secondo la ong, inoltre, il marchio non è l’unica pratica umiliante a cui devono sottoporsi i migranti. Alcuni di essi, infatti, hanno raccontato di aver subito furti di cellulari, vestiti e scarpe.

    I tentativi di passare il confine tra Bosnia e Croazia avvengono ogni notte. Ma i migranti trovano sempre squadroni di poliziotti, armati, pronti ad aspettarli. “Operatori umanitari, medici, guardie di frontiera e funzionari delle Nazioni Unite – scrive ancora il Guardian – hanno documentato gli abusi sistematici e le violenze perpetrati dalla polizia, con migranti spesso picchiati, fucilati, derubati e persino spogliati dei loro vestiti”. Oltre che delle violenze, però, la polizia croata viene accusata anche di respingere indietro i migranti, una pratica vietata dai trattati europei: “I pushback – ricorda l’ong – sono illegali e la diffusione del Coronavirus, per cui le autorità statali hanno guadagnato maggiore autonomia ultimamente, non è una scusa per affrontare le persone vulnerabili con ancora più violenza”. Anche l’Onu è intervenuta sulla questione, chiedendo al governo croato di indagare su queste accuse di abuso.

    A questo link potete trovare il servizio completo del Guardian.

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