Crisi Usa Iran, ultime notizie
Crisi Usa-Iran, le ultime notizie: 7 gennaio 2020
Ore 21,00 – Trump: “Ritiro Usa da Iraq sarebbe la cosa peggiore” – Un ritiro degli Usa sarebbe ora “la cosa peggiore” per l’Iraq e lascerebbe all’Iran una influenza molto più grande. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ricevendo alla Casa Bianca il premier greco, Kyriakos Mitsotakis. Trump ha avvertito che gli Usa sono pronti per ogni potenziale rappresaglia iraniana e risponderanno a loro volta. Il generale iraniano Qassem Soleimani, ha sottolineato il presidente statunitense, stava preparando un “grande attacco”.
Ore 20,40 – Ministro Difesa Usa: “Cerchiamo soluzione diplomatica” – Gli Usa cercano una soluzione diplomatica con l’Iran ma Teheran deve ridurre la tensione. Lo ha detto in un briefing con i giornalisti il segretario di Stato alla Difesa Usa, Mark Esper, ribadendo che “gli Stati Uniti non vogliono iniziare una guerra ma sono pronti a finirne una”.
Ore 20,00 – Giallo sul ritiro degli Usa dall’Iraq: Esper smentisce ma Mahdi dice di aver avuto la conferma via lettera – “Vogliamo stare in Iraq”. Lo ha detto in un’intervista all’emittente tv statunitense Cnn il segretario di Stato alla Difesa Usa, Mark Esper, sostenendo che la lettera in cui si parlava di ritiro Usa era una bozza non firmata e non ha alcun valore. Gli Usa, ha aggiunto Esper, hanno bisogno di mantenere una presenza in Iraq per combattere l’Isis.
Il primo ministro iracheno, Adel Abdel Mahdi, oggi ha però confermato di aver ricevuto una lettera degli Stati Uniti con la descrizione dei passi per il loro ritiro dal paese. Mahdi ha spiegato che la lettera gli è arrivata con tanto di firme e traduzioni allegate. Parlando di “ridispiegamento con l’obiettivo del ritiro dal paese. La formulazione era molto chiara”, ha precisato il premier iracheno.
Ore 19,00 – Ministro Difesa Usa: “Gli italiani restano in Iraq, bene” – Il segretario di Stato alla Difesa Usa, Mark Esper, ha espresso “apprezzamento” al ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, per “il livello e la qualità dell’impegno italiano” nella coalizione anti-Isis. Esper, informa la Difesa, ha inoltre “riconosciuto come forte segnale positivo la scelta italiana di mantenere la propria presenza sul campo, nello stesso territorio iracheno, nel quadro della misura cautelativa pianificata dalla Coalizione, che per alcune unità ha disposto un parziale ridislocamento da Baghdad”.
Ore 18,45 – Funerale Soleimani, salito a 56 il bilancio delle vittime – Sale a 56 il bilancio delle vittime nella calca ai funerali del generale Soleimani. Secondo la Fars, agenzia vicina ai Pasdaran, le vittime sono 35 uomini e 21 donne, mentre i feriti risultano essere al momento 213.
Ore 17,00 – Iraq: la Nato ritirerà parte del suo personale. Ma la Francia resta – La Nato ritirerà “temporaneamente” parte del suo personale dall’Iraq. Lo annunciano fonti ufficiali. “In tutto quello che facciamo, la sicurezza del nostro personale è fondamentale”, ha spiegato una fonte Nato precisando che “si è deciso di sospendere temporaneamente il nostro addestramento sul campo e stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie per proteggere la nostra gente”. “Ciò include il riposizionamento temporaneo di alcuni membri del personale in luoghi diversi sia all’interno che all’esterno dell’Iraq”. La stessa fonte ha poi aggiunto che “la Nato mantiene una presenza in Iraq e siamo pronti a continuare il nostro addestramento e il potenziamento delle capacità quando la situazione lo consente”.
La Francia invece ha fatto sapere che non ha intenzione di ritirare le proprie truppe dall’Iraq. Parigi, che è parte della Coalizione internazionale anti-Isis a guida Usa, ha al momento in Iraq circa 200 militari, di cui 160 impegnati nella formazione dell’esercito iracheno. Intanto le forze Usa e le batterie missilistiche per la difesa aerea in Medio Oriente sono state poste in stato di massima allerta contro eventuali attacchi con droni, dopo l’escalation della tensione con Teheran, come riferisce la Cnn citando due dirigenti Usa.
Ore 14,10 – Iraq, Difesa: “Ridislocazione ma la missione va avanti” – Il quartier generale della Coalizione internazionale che opera in Iraq “al momento sta pianificando una parziale ridislocazione degli assetti al di fuori di Baghdad”. Lo afferma lo Stato Maggiore della Difesa precisando che ciò “non rappresenta un’interruzione della missione e degli impegni presi” dall’Italia con i partner internazionali e che la decisione è stata presa a “livello di colazione internazionale”.
Ore 14,00 – Zarif, Usa mi hanno negato visto per l’Onu – Il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif ha annunciato che gli Usa gli hanno negato il visto per partecipare giovedì a una seduta del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in programma fin da prima della crisi di questi giorni. “Il segretario di Stato americano (Mike Pompeo) ha detto che non emetteranno un visto per me perché non hanno avuto tempo di farlo, ma il mondo non è solo New York e quindi parlerò al popolo americano da Teheran”, ha detto Zarif. “Perché sono così infastiditi dalla presenza del ministro degli Esteri di un Paese e dai suoi discorsi al popolo americano sul terrorismo economico e di stato degli Usa e sui loro crimini di guerra? È un così grande pericolo per loro? Questa vicenda mostra il fallimento del regime degli Stati Uniti e del suo presidente Donald Trump”, ha aggiunto il ministro.
Ore 10,45 – Calca ai funerali di Soleimani: almeno 35 morti – È di almeno 35 morti e 48 feriti il drammatico bilancio della ressa che si è creata a Kerman nel corso dei funerali del generale Soleimani, ucciso da un raid Usa lo scorso 3 gennaio. Sin dalle prime ore del mattino, una folla oceanica si è riversata tra le vie di Kerman, città natale di Soleimani, per rendere omaggio al corpo del generale. Qui l’articolo completo.
Ore 10,00 – Pasdaran iraniani: “Se gli Usa ci attaccano, gli daremo fuoco” – “Se gli Stati Uniti faranno una benché minima mossa contro l’Iran, daremo fuoco a qualunque luogo, dove ci piace”: lo ha detto il comandante delle Guardie rivoluzionarie Hossein Salami, citato dall’agenzia Fars. “Senza dubbio ci vendicheremo – ha aggiunto Salami, parlando alla cerimonia di sepoltura del comandante della Forza Qods, Qassem Soleimani, in corso a Kerman -. Lo dico per l’ultima volta: la nostra rappresaglia sarà molto dura, li farà pentire, e finire…ne sono sicuro”.
ore 08,45 – Iraq, i soldati italiani via dalla base Usa a Baghdad – I soldati italiani hanno lasciato, nel corso della notte, la base americana a Baghdad, da due giorni sotto il tiro dei mortai. Lo scrive stamani il quotidiano La Stampa, secondo cui il trasferimento dal compound “Union 3” ha riguardato tutti gli uomini italiani impegnati nell’operazione di addestramento delle forze di sicurezza irachene – un cinquantina di carabinieri – ed è stato deciso dallo Stato maggiore della Difesa in accordo con i vertici della Nato. I soldati, che partecipano alla “Nato Mission Iraq”, non sono stati riportati in Italia, riferisce ancora il giornale torinese, ma sono stati trasferiti in “un un’altra zona, sicura e non lontana”.
ore 08,30 – Iraq: la Germania annuncia il ritiro di parte delle sue truppe – La Germania ritirerà alcune delle sue truppe schierate in Iraq nell’ambito della della coalizione anti Isis. Lo ha annunciato il ministero della Difesa, nella bufera seguita all’uccisione da parte degli Stati Uniti del comandante del Qods iraniano, Qassem Soleimani. Circa 30 soldati di stanza a Baghdad e Taji saranno trasferiti in Giordania e in Kuwait, ha detto un portavoce del ministero della Difesa ad AFP, aggiungendo che il ritiro “inizierà presto”.
Ore 7,00 – Pentagono: “Nessun ritiro dall’Iraq” – Il capo del Pentagono Mark Esper ha assicurato che gli Usa “non intendono ritirarsi dall’Iraq”. Le dichiarazioni di Esper arrivano poco dopo la diffusione di una lettera, firmata dal generale William H. Seely, in cui c’era scritto che le forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti dovevano prendere una serie di misure necessarie “affinché il trasferimento fuori dall’Iraq avvenga in modo sicuro ed efficiente”.
Il capo del Pentagono ha spiegato che la missiva in realtà era solo una bozza, che è stata inviata per errore da Frank McKenzie, responsabile del comando centrale Usa.
Ore 6,15 – Khamenei vuole vendetta contro gli Usa – Secondo il New York Times, che cita fonti iraniane, la Guida suprema dell’Iran Ali Khamenei vuole che qualsiasi rappresaglia per l’uccisione del generale iraniano Qassam Soleimani da parte degli Usa sia un attacco diretto e proporzionato contro interessi americani, eseguito apertamente dalle forze iraniane.
Ore 6,00 – Enorme folla a Kerman per la sepoltura di Soleimani – Un’enorme folla si è radunata a Kerman, città natale di Qassem Soleimani, dove oggi, martedì 7 gennaio, è prevista la sepoltura del generale.
Gli abitanti di Kerman sono arrivati in massa nel centro della città dove nella mattinata di martedì è arrivata la salma di Soleimani. Già nella giornata di ieri, lunedì 6 gennaio, a Teheran, una folla oceanica si era riversata tra le strade della Capitale dell’Iran per partecipare ai funerali del generale ucciso in un raid Usa lo scorso venerdì 3 gennaio.
Cosa è successo
A quattro giorni dall’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani (qui il suo profilo), la tensione tra Usa e Iran non accenna a diminuire. Nella giornata di lunedì 6 gennaio, l’Iran ha minacciato gli Usa affermando, attraverso le parole di Ali Akbar Velayati, consigliere del leader iraniano Ali Khamenei, che “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam”.
Intanto, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha dichiarato che l’aula introdurrà una risoluzione sui poteri di dichiarare guerra per limitare eventuali azioni militari contro l’Iran da parte del presidente Donald Trump. Quest’ultimo, nel frattempo, ha ribadito sul suo profilo Twitter, che l’Iran “non avrà mai l’arma nucleare”.
Nello scacchiere internazionale, invece, c’è da registrare la posizione della Cina che ha dato la sua disponibilità a fornire supporto logistico e militare nel Paese in caso di conflitto con gli Stati Uniti.