A giugno 2017 Bahrein, Egitto, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti hanno interrotto ogni rapporto diplomatico con il Qatar, accusandolo di sostenere l’estremismo islamico e presentando una serie di richieste per riprendere le relazioni.
Da inizio luglio, il Kuwait sta tentando una difficile mediazione che al momento non è riuscita a far ritirare ai paesi arabi le sanzioni contro Doha.
Il Qatar ha negato le accuse dei suoi vicini e saltato la scadenza per accettare tutte le richieste, prevista per il 5 luglio. Il piccolo emirato ha affermato di non poter accettare alcuna condizione e che considera l’ultimatum e le richieste contenute una violazione del diritto internazionale.
Attenuare la rivalità nella regione è ora lo scopo primario della comunità internazionale. Oltre agli Stati Uniti e al Kuwait, ci hanno provato anche il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson e quello francese Le Drian, senza ottenere risultati.
Intanto, il segretario di stato statunitense Rex Tillerson è in visita da giorni nella regione, prima in Kuwait, poi in Qatar e quindi a Jeddah, in Arabia Saudita, per incontrare i ministri degli Esteri dei paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e cercare di risolvere la crisi.
Qualcosa, negli ultimi giorni, si è mosso. Mercoledì 12 luglio, Doha e Washington hanno firmato un memorandum d’intesa per la lotta contro il finanziamento del terrorismo.
Next greater isolation, incremental measures & reputational damage stemming from Doha's continued support for extremism & terrorism.
— د. أنور قرقاش (@AnwarGargash) July 5, 2017
Questo non sarà sufficiente per calmare le tensioni. Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto hanno dichiarato che le sanzioni contro il Qatar continueranno finché il piccolo emirato non accetterà tutte le richieste dei paesi arabi al fine di assicurare la stabilità e la sicurezza della regione.
Le condizioni, rifiutate da Doha, prevedevano la sospensione dei rapporti con l’Iran, la Fratellanza Musulmana e Hezbollah ma anche la chiusura del canale televisivo Al Jazeera e la rimozione di una base militare turca nell’emirato.
Il Qatar avrebbe inoltre dovuto risarcire i suoi vicini per i danni subiti in questi anni. L’emirato sarebbe poi stato periodicamente monitorato, per verificare che rispetti gli impegni presi.
Il Qatar è isolato, ma non è solo. Sta ricevendo rifornimenti alimentari dall’Iran, che ha anche aperto lo spazio aereo ai suoi voli e dalla Turchia. Proprio da Ankara sono giunti i primi rinforzi a Doha. Le autorità del Qatar infatti hanno riferito l’arrivo delle prime truppe turche in una base militare della capitale dell’emirato.
La Turchia, tramite il suo ministro dell’economia Niha Zeybekci, ha fatto anche sapere che, dall’inizio della crisi, ha inviato 197 aerei cargo, 16 camion e una nave in aiuto del piccolo emirato.
Nonostante la mediazione internazionale, i paesi arabi hanno già deciso di prendere ulteriori misure per fare pressioni sul governo di Doha. Le sanzioni stanno creando problemi economici al Qatar ma finora non hanno sortito l’effetto sperato.
Quali altre mosse hanno in serbo Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrain ed Egitto? “Non è affatto chiaro che cosa gli stati arabi possano fare per aumentare la pressione sul Qatar”, ha dichiarato Farouk Soussa, economista capo della Citibank per il Medio Oriente. “L’Arabia Saudita e i suoi alleati potrebbero tentare di forzare le compagnie straniere a ridurre i loro rapporti con Doha”.
Questo potrebbe avere un effetto domino sull’economia dell’emirato.
“Il settore finanziario soffrirà se le banche regionali rifiutano di fare affari con il Qatar o addirittura scelgono di ritirare tutti i propri depositi”, ha dichiarato Amy McAlister, economista esperto di questioni mediorientali dell’Università di Oxford. Il mercato azionario di Doha ha già perso il 10 per cento da quando sono state imposte le sanzioni all’emirato.
Un’altra sanzione che potrebbe essere messa in campo è l’espulsione del Qatar dal Consiglio di cooperazione del Golfo, un’alleanza regionale, fondata nel 1981, che comprende, oltre all’emirato, anche Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Oman e Kuwait.
“L’espulsione del Qatar rappresenterebbe un’escalation e rischierebbe di spingere l’emirato nell’orbita dell’Iran”, ha dichiarato Soltvedt, analista per Medio Oriente e Nord Africa presso Maplecroft, un’azienda britannica di consulenza strategica. Una mossa del genere avrebbe anche bisogno del sostegno del Kuwait, che sta cercando di mediare una soluzione all’attuale crisi.
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