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    La lunga mano degli Usa sulla crisi di governo italiana

    Il presidente americano Donald Trump è molto attento agli sviluppi della crisi di governo in Italia

    Ecco perché Trump tifa per la caduta dell'esecutivo Conte e spera in elezioni anticipate che vedano trionfare la Lega di Salvini

    Di Massimiliano Fanni Canelles
    Pubblicato il 19 Ago. 2019 alle 18:38 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 19:27

    Crisi di governo, la lunga mano degli Usa

    Dopo 17 mesi il Governo Conte va in frantumi aprendo a una crisi politica che non riguarda solamente l’Italia ma anche i suoi maggiori alleati in Europa, dall’altra parte dell’Atlantico e in Asia. Tra le varie ipotesi che hanno portato alla fine dell’alleanza tra Lega e Movimento Cinque Stelle c’è quella secondo la quale sulla crisi di governo c’è la “lunga mano” degli Stati Uniti d’America.

    Crisi di governo: gli Usa, la Cina e l’Italia

    A Washington, infatti, non sarebbero piaciuti gli accordi commerciali che il Governo Conte ha preso con la Cina. Lo scorso marzo il presidente Conte aveva siglato un memorandum d’intesa per poter accedere all’ambizioso progetto One Belt One Road, meglio conosciuto come la nuova Via della Seta. Tutto ciò non è stato visto di buon occhio da Washington, che da sempre cerca di contenere le mire espansionistiche economiche e geopolitiche della Cina.

    Inoltre, gli Stati Uniti si aspettavano che i pentastellati, alla pari della Lega, si allineassero e aderissero alla linea strategica americana su questioni come, ad esempio, l’accordo F-35, il gasdotto Tap e il Venezuela. Se da una parte, dunque, troviamo il Carroccio, che con Salvini ha da sempre ostentato ammirazione per Trump riuscendo a porsi come principale interlocutore dell’amministrazione americana guidata da “The Donald”, dall’altra c’è il Movimento Cinque Stelle, più aperto alla Via della Seta, agli accordi con la Cina e meno incline alle politiche americane. Per questo motivo gli Stati Uniti hanno sviluppato una profonda diffidenza dei confronti dei pentastellati.

    Il quadro europeo

    L’America di Donald Trump ha, inoltre, trovato nella Lega un alleato anche nei confronti dell’asse franco-tedesco.

    Il presidente statunitense non ha mai nascosto le sue ostilità nei confronti di Berlino, considerata un’avversaria soprattutto per quanto riguarda la politica commerciale e capace di condurre l’Unione europea ad un antagonismo pericoloso per gli Stati Uniti. È da tener presente infatti che la guerra commerciale scatenata da Trump contro la Cina ha colpito in primo luogo la Germania. La locomotiva europea, se non ferma, quantomeno arranca e di conseguenza il default coinvolge tutta l’Europa e l’Italia. E non dimentichiamo che, come mostrano i dati inoppugnabili, la Germania è e resta il primo partner commerciale dell’Italia.

    Anche i rapporti con il presidente francese Emmanuel Macron non sono dei migliori: i presidenti francese e statunitense hanno punti di vista molti diversi su numerose questioni come ad esempio quella iraniana e ambientale. Obiettivo di Trump è dunque quello di indebolire l’Unione europea facendo leva su Parigi e Berlino e per farlo ha già provveduto a creare solide alleanze con leader politici europei minori come Matteo Salvini in Italia, Boris Johnson nel Regno Unito e Viktor Orban in Ungheria.

    I rapporti con la Russia

    Altra questione da prendere in considerazione è il rapporto con la Russia. Matteo Salvini non ha mai nascosto le sue simpatie per Vladimir Putin e a Donald Trump fa sicuramente comodo una distensione con il governo russo. Questo sia per questioni interne americane – vedi il Russiagate – sia per l’obiettivo comune alle due superpotenze di indebolire l’Unione europea, ma anche e soprattutto per cercare di ostacolare la nascente collaborazione fra Cina e Russia che relegherebbe gli Usa a terzo incomodo nella scena geopolitica internazionale.

    Crisi di governo: Trump e gli scenari italiani

    Ora che il Governo Conte sta tramontando gli Stati Uniti hanno gli occhi puntati sul destino politico del nostro paese. Per Washington, infatti, è fondamentale che il prossimo governo sia perfettamente in linea con le politiche statunitensi, poiché questo permetterebbe a Trump di continuare ad avere un alleato fondamentale in Europa. Invece un governo italiano con un Partito democratico al potere, legato alle politiche clintoniane, metterebbe a rischio i suoi interessi in Europa.

    Donald Trump si è detto preoccupato della crisi italiana, al punto che avrebbe chiesto al segretario di Stato Pompeo di recarsi nel nostro Paese per avere un colloquio con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Questa crisi dunque non riguarda solamente l’Italia, ma si colloca all’interno di un contesto geopolitico ben più ampio, che poco ha a che vedere con lo scontro tra i partiti della maggioranza.

    All’origine della fine del Governo Conte c’è, con ogni probabilità, la “sfiducia” degli Stati Uniti nei confronti di un governo che ha illuso Washington non solo perché l’Italia non è stata una fedele alleata, ma anche per le aperture nei confronti dalla Via della Seta fino agli investimenti del colosso Huawei e Zte nel 5G. Davanti a questa crisi voluta dalla Lega, in accordo o meno con gli Usa, si aprono svariate ipotesi sul futuro politico dell’Italia. Un nuovo governo giallorosso (M5S-Pd) sarebbe un colpo significante agli interessi di Trump. Elezioni anticipate invece porterebbero presumibilmente la Lega al governo, favorendo gli interessi di Donald con un argine verso la Cina.

    Le prossime settimane ci faranno capire se siamo veramente padroni delle sorti del nostro paese o se siamo marionette nella mani di super potenze. Di certo con la “globalizzazione” ci troviamo davanti a scenari politici che non sono più isolati ma che vanno collocati all’interno di contesti geopolitici ben più ampi, in cui gli interessi finanziari la fanno da padrone a discapito spesso di quelli nazionali e dei cittadini. Oggi però la politica italiana, se riuscirà ad evitare le elezioni anticipate ed a proporre un governo alternativo alla lega, dimostrerà di avere ancora le redini in mano della Nazione.

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