Vladislav Surkov, fedelissimo ex consigliere del presidente russo Vladimir Putin, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver rubato soldi necessari a consolidare il controllo della Russia sul Donbass dopo il 2014. Lo ha reso noto l’ex deputato della Duma, Ilya Ponomarev, su Facebook citando fonti interne al Cremlino, secondo cui Surkov sarebbe a conoscenza della situazione “reale” dentro le due repubbliche autoproclamate di Donetsk e Luhansk, dove ha una “rete di conoscenze estesa” e sarebbe anche “vicino ai veterani russi del Donbass” e al leader ceceno Ramzan Kadyrov.
“Vi farà ridere,” ha dichiarato Ponomarev, “ma Vladislav Surkov è agli arresti domiciliari e sono in corso approfondimenti per un caso di appropriazione indebita nel Donbass nel 2014.” Come scrive il Corriere, insieme a l’ex presidente Dmitrij Medvedev, finora Surkov è stato uno dei più accesi sostenitori della linea dura con l’Operazione militare speciale ed è considerato uno dei collaboratori più fidati di Putin. In una sorta di gara estremista tra falchi, convinti di interpretare il volere dello zar del Cremlino, Surkov, l’ideologo della “democrazia guidata,” ha però finito per essere vittima della competizione – senza esclusione di colpi – all’interno del gruppo ristretto di uomini che compone il “cerchio magico” di Putin.
Di origini cecene, Surkov si è trasferito da giovane in Russia dove ha servito prima nell’esercito e poi nell’intelligence militare. Nel 1987 ha iniziato a collaborare con il più ricco oligarca russo di allora, Mikhail Khorodorovsky, dirigendo le sue pubbliche relazioni e controllando la sua principale società petrolifera, la Yukos. Surkov, nel frattempo, faceva anche da consulente per il governo e nel 1999 diventò il vice di Alexander Voloshin, capo staff del presidente Boris Eltsin. Lasciò così il suo vecchio lavoro per inserirsi in pianta stabile al Cremlino. Da allora ha ricoperto numerosi ruoli di spicco, svolgendo un ruolo fondamentale nell’elezione di Putin dopo aver convinto 39 governatori a votare l’allora sconosciuto Vladimir Vladimirovich contro il suo rivale Evgenij Maksimovič Primakov.
La notizia del suo arresto per ora è stata confermata solo dall’oppositore Ponomarev, secondo cui Surkov sarebbe stato vittima dei suoi nemici all’interno del ministero della Difesa, seguendo la stessa sorte di altri due alti agenti dei servizi segreti russi finiti agli arresti dopo essersi occupati dell’invasione russa dell’Ucraina. Il numero di soldati russi morti dall’inizio dell’operazione militare starebbe facendo affiorare sempre più crepe tra le mura del Cremlino. Gira voce di una spaccatura anche tra Vladimir Putin e il suo portavoce Dmitry Peskov, che dopo aver dichiarato a SkyNews di aver subito “perdite significative di soldati” parlando di “un’enorme tragedia” per la Russia, ha scatenato reazioni furiose sia tra i commentatori russi sia tra gli alti funzionari del Cremlino, ed è stato costretto a rettificare.