Il tasso di approvazione di Joe Biden è sceso di 10 punti negli ultimi cinque mesi: oggi il 44,8 per cento degli americani intervistati approva il lavoro che il presidente sta svolgendo mentre il 49,5 lo disapprova. Questo è un segnale pericoloso in vista delle elezioni di medio termine del 2022 e di quelle presidenziali del 2024, su cui Donald Trump ha già messo gli occhi. All’origine dei problemi di Biden ci sono diverse fattori: un’altra ondata di casi Covid dovuta alla variante Delta, il ritiro disordinato e mal pianificato dall’Afghanistan e una ripresa economica più lenta del previsto. Ma forse il punto più importante sono le difficoltà del presidente nel far passare la sua agenda economica al Congresso. Biden ha varato un piano da un miliardo di dollari per ricostruire l’infrastruttura fatiscente del Paese e vuole ampliare notevolmente lo stato sociale americano.
All’interno del Partito democratico i progressisti combattono con i moderati, che vogliono eliminare la maggior parte delle disposizioni del piano. L’impasse al Congresso favorisce terribilmente l’impressione di un presidente debole e di quelle solite lotte interne che hanno reso la politica così tanto antipatica agli americani. La realtà, tuttavia, è che Biden e i democratici sono prigionieri della natura estremamente anti-democratica del sistema costituzionale degli Stati Uniti. L’agenda sociale del presidente – scuola materna universale, college comunitario gratuito, sostegno finanziario per famiglie con bambini – è molto popolare e raccoglierebbe l’approvazione del Congresso se quest’ultimo riflettesse effettivamente la volontà popolare. Ma quando la Costituzione degli Stati Uniti fu redatta, nel 1789, fu istituito un Senato deliberatamente anti-democratico per ottenere il sostegno degli Stati più piccoli: furono assegnati due senatori a ogni Stato indipendentemente dalla sua popolazione.
I trenta Stati meno popolosi che controllano il 60 percento del potere rappresentano meno di un quarto della popolazione. E, considerato che questi Stati tendono a votare repubblicano, nel 2020 i democratici hanno vinto nel voto popolare con un robusto margine di 7 milioni di voti, eppure hanno ottenuto solo 50 dei 100 seggi al Senato. Così Biden ora deve ottenere il sostegno di due senatori di Stati conservatori per portare a termine la sua agenda. Il sistema per cui il presidente è eletto dagli Stati e non dal voto popolare (come avviene in quasi tutte le altre democrazie) ha fatto sì che due presidenti – George W. Bush e Donald Trump – fossero eletti senza maggioranza. È così che un sistema progettato per evitare la tirannia della maggioranza ha creato la tirannia della minoranza.
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