Per quanto possano sembrare tutte ugualmente orrende e violente, anche in guerra ci sono delle regole firmate da quasi ogni Paese del mondo e sancite da accordi come la Convenzione di Ginevra. Dopo un mese di combattimenti in Ucraina diverse prove emerse – testimonianze, foto, filmati – indicano che la Russia finora avrebbe violato le convenzioni internazionali: colpire i civili per terrorizzarli, trasportare munizioni con mezzi di soccorso, attaccare direttamente edifici civili come scuole, ospedali e zone residenziali lontane da obiettivi militari.
La settimana scorsa, il segretario di Stato USA Antony Blinken ha dichiarato che la Russia aveva distrutto “edifici residenziali, scuole, ospedali, infrastrutture critiche, centri commerciali e ambulanze” – azioni che secondo gli Stati Uniti comportano crimini di guerra. Anche nel caso dei civili colpiti all’interno del teatro nella città di Mariupol, le autorità ucraine hanno accusato la Russia di aver compiuto un crimine di guerra. Al momento dell’attacco infatti – negato dai russi – c’era scritto a grandi lettere fuori dall’edificio la parola “bambini”.
Le autorità ucraine hanno accusato il Cremlino di crimini di guerra anche nel caso del precedente attacco all’ospedale di Mariupol, dove hanno perso la vita 3 persone a fronte di 17 feriti tra medici e pazienti. Ci sono anche prove crescenti dell’uso di bombe a grappolo – munizioni che si aprono a mezz’aria spargendo ad ampio raggio centinaia (o, nel caso di quelle di artiglieria, decine) di submunizioni più piccole.
Secondo quanto riporta la BBC, il ministero della Difesa britannico sostiene che la Russia abbia usato anche bombe termobariche, che sfruttano l’ossigeno presente nell’aria per generare esplosioni ad alta temperatura. Pur non essendo vietate dalle convenzioni internazionali, il loro uso intenzionale su obiettivi civili costituirebbe senz’altro una violazione delle regole di ingaggio belliche.
Come vengono perseguiti i sospetti crimini di guerra?
Ciascun Paese ha il dover di indagare sui sospetti crimini di guerra, ma alcuni Paesi lo fanno più di altri. Finora negli Stati Uniti e nel Regno Uniti le autorità si sono offerte di aiutare le autorità locali ucraine a raccogliere prove di potenziali crimini di guerra.
Dalla Seconda guerra mondiale sono stati istituiti diversi tribunali speciali per indagare sui crimini di guerra – dalla divisione della Jugoslavia al genocidio del 1994 in Rwanda – ma oggi il Tribunale penale internazionale dell’Aia e la Corte internazionale di giustizia rappresentano i due principali organismi deposti al rispetto delle regole di guerra.
La Corte internazionale di giustizia regola le dispute tra Stati, ma non può perseguire gli individui. L’Ucraina tuttavia ha aperto un caso contro la Russia. Qualora la Corte si pronunciasse contro la Russia, il Consiglio di sicurezza ONU sarebbe tenuto ad applicare le sanzioni. Ma la Russia – uno dei cinque membri permanenti del Consiglio. potrebbe porre il veto su qualsiasi proposta di sanzione.
Il presidente Putin e altri leader possono essere indagati?
Secondo l’avvocato Howard Morrison, ex giudice del Tribunale penale internazionale, è più facile addossare un crimine di guerra a un soldato che lo commette anziché al leader che lo ha ordinato. Ma il tribunale internazionale può anche perseguire il reato di “provocare una guerra d’aggressione”. Si tratta di un crimine che comporta un’invasione o un conflitto ingiustificato, che vada oltre ogni giustificazione di un’azione militare difensiva.
È stato concepito per la prima volta a Norimberga, dopo che un giudice inviato da Mosca convinse gli Alleati che i leader nazisti dovevano essere processati per “crimini contro la pace.” Ad ogni modo, i leader russi oggi non potrebbero essere perseguiti poiché il Paese non è firmatario dello statuto della Corte. In teoria, solo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite potrebbe chiedere alla Tribunale penale internazionale di indagare sui crimini commessi, ma – di nuovo – basterebbe il veto della Russia per impedirlo.
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