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    Cosa è successo sul volo Germanwings

    Secondo le ricostruzioni delle indagini, il copilota ha fatto precipitare volontariamente l'aereo sulle Alpi francesi

    Di TPI
    Pubblicato il 26 Mar. 2015 alle 16:00 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:49

    Il copilota del volo Germanwings che è precipitato sulle Alpi francesi, di nome Andreas Lubitz, 28 anni, voleva apparentemente “distruggere l’aereo”, secondo quanto hanno detto gli inquirenti.

    Il procuratore di Marsiglia Brice Robin, che è a capo delle indagini sull’incidente del volo della Germanwings, ha detto che il copilota era da solo – e cosciente – all’interno della cabina di pilotaggio al momento dello schianto.

    Il procuratore ha affermato ciò riferendosi a informazioni contenute nel registratore vocale di una delle due scatole nere rinvenute.

    Il copilota Lubitz ha intenzionalmente cominciato la discesa del velivolo mentre il comandante non era all’interno della cabina di pilotaggio.

    La registrazione emersa dalla scatola nera mostra che il comandante del volo Germanwings era uscito dalla cabina dopo che l’aereo si era stabilito in quota.

    Il comandante non è riuscito – pur provandoci – a rientrare nella cabina di pilotaggio. Secondo quanto riportato, era probabilmente uscito per andare in bagno.

    Il comandante è stato identificato dai media tedeschi come Patrick S., un pilota esperto con 6.000 ore di volo alle spalle e 10 anni di servizio presso Lufthansa e Germanwings. Era padre di due figli.

    Un funzionario che si occupa delle indagini ha descritto la conversazione dentro la cabina della prima fase del volo da Barcellona a Dusseldorf come “tranquilla e calma”.

    Da quando però, una volta raggiunta la fase di crociera, il comandante è uscito dalla cabina, non è più riuscito a rientrare.

    Sempre da quel momento in poi, la registrazione audio della scatola nera indica che il comandante ha ripetutamente bussato alla porta della cabina di pilotaggio senza tuttavia ricevere alcuna risposta. Successivamente, ha anche provato a sfondare la porta.

    Dagli attacchi dell’11 settembre, la porta della cabina di pilotaggio deve rimanere sempre chiusa e può essere aperta solo dall’interno.

    Negli ultimi dieci minuti della registrazione, si sentono solo i respiri, presumibilmente del copilota. C’era l’assoluto silenzio.

    Dalla cabina di pilotaggio non è mai stato inviato un mayday; né è stata fatta una chiamata d’emergenza. Nessuno ha mai risposto alle chiamate della torre di controllo.

    Non sono ancora affatto chiare le dinamiche dell’incidente. Quello che tuttavia è chiaro è che il copilota al momento dell’incidente era vivo, cosciente ed era solo all’interno della cabina.

    Inoltre, è lui personalmente ad aver “intenzionalmente” iniziato la discesa graduale che ha portato l’aereo dai circa 38mila piedi – circa 11mila metri – fino allo schianto in 10 minuti da quando è iniziata la manovra.

    Nel pomeriggio del 26 marzo c’è stata una conferenza stampa a Colonia, in Germania, tenuta dagli amministratori delegati della compagnia aerea tedesca Lufthansa e di Germanwings, rispettivamente Carsten Spohr e Thomas Winkelmann. La Germanwings è di proprietà della Lufthansa.

    Entrambi hanno riferito di non avere informazioni certe su cosa abbia portato il copilota Lubitz, apparentemente, a far precipitare l’aereo. Il copilota aveva superato i test psicologici ed era idoneo a pilotare un aereo.

    Nel 2013 il copilota aveva ricevuto un premio al merito da parte della Federal Aviation Administration (Faa), l’agenzia del dipartimento dei Trasporti statunitense che si occupa di aviazione civile.

    Il copilota Lubitz aveva cominciato la sua formazione nel 2008 e lavorava alla Germanwings da settembre 2013. Aveva circa 630 ore di volo alle spalle.

    Le autorità per il momento escludono che si tratti di un attacco terroristico.

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