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    Cosa c’è da sapere sulle elezioni anticipate nel Regno Unito

    La mossa della premier britannica Theresa May, che ha convocato elezioni per l'8 giugno, rappresenta un'inversione di marcia. Ma a cosa è dovuta questa decisione?

    Di TPI
    Pubblicato il 19 Apr. 2017 alle 10:25 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:20

    Quando ha annunciato la sua intenzione di indire elezioni anticipate martedì 18 aprile 2017 Theresa May ha detto che si tratta di un passaggio “necessario per assicurare una leadership forte e stabile per attraversare il processo della Brexit”. La premier britannica ha colto il paese di sorpresa, dal momento che più volte dopo il suo insediamento nel 2016 May si era detta contraria a nuove elezioni prima del 2020.

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    La mossa rappresenta un’inversione di marcia. Ma a cosa è dovuta questa decisione?

    May mira a ottenere un forte mandato parlamentare per affrontare i negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, che si preannunciano complessi. Attualmente il partito conservatore ha una maggioranza relativamente risicata alla Camera dei comuni, conseguente alle elezioni del 2015 con il precedente leader David Cameron.

    Da allora il partito laburista, principale formazione d’opposizione, è crollato nei sondaggi, portando May in una posizione più forte rendendo la vittoria dei conservatori significativamente più probabile. Se dovesse vincere le elezioni anticipate dell’8 giugno, May riceverebbe anche un importante mandato personale sul quale attualmente non può contare, essendo subentrata a Cameron quando lui ha rassegnato le dimissioni dopo la sconfitta al referendum su Brexit, a giugno 2016. 

    Secondo la legge britannica, Theresa May ha bisogno del voto di due terzi del parlamento britannico per indire elezioni anticipate. Ma la premier è sicura di ottenerlo. Il leader dell’opposizione, Jeremy Corbyn, ha già sostenuto la richiesta di elezioni e così tra i due partiti principali ci si aspetta che si raggiunga un numero di voti sufficienti ad adottare il provvedimento.

    Ma in ogni caso le elezioni rappresentano un rischio, dal momento che il popolo britannico che rimane estremamente diviso su Brexit. Anche se il Regno Unito ha già attivato la procedura stabilita dall’articolo 50 per l’uscita dall’Ue, data la rilevanza nazionale e internazionale dell’argomento, probabilmente la Brexit sarà al centro della campagna elettorale.

    Un sondaggio pubblicato su YouGov ad aprile 2017 ha rilevato che il 46 per cento dei britannici ritiene che il paese abbia preso la decisione giusta sull’uscita dal Regno Unito, mentre il 42 per cento pensa che abbia fatto la scelta sbagliata. Ben l’11 per cento rimane incerto. I sondaggi suggeriscono anche che la maggioranza dei britannici confida nell’abilità di Theresa May di negoziare un accordo con l’Ue.

    Sul fronte laburista il leader Corbyn ha assunto una posizione debole sulla Brexit, elemento che ha contribuito al calo di consensi nei suoi confronti. Di fatto la sola formazione politica pro-Unione europea sono i liberal-democratici di centrosinistra, una forza minoritaria nella politica del Regno Unito che hanno visto crescere il consenso nei loro confronti dal referendum su Brexit. Il loro numero tuttavia non rappresenta al momento una seria sfida per i conservatori britannici.

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