Diritti come aborto o uguaglianza di genere potrebbero essere messi in discussione sotto la presidenza di Donald Trump. A sostenerlo sono numerosi analisti statunitensi. Forse gli stessi che non sono riusciti a percepire dove stesse andando l’opinione pubblica, continuando a ignorare l’ipotesi di un Trump alla guida degli Stati Uniti.
Durante la sua campagna, l’allora candidato repubblicano è stato fortemente criticato per le sue opinioni sulle donne, tanto da far pensare che nessuna donna sana di mente lo avrebbe mai al mondo votato. Eppure così non è stato. A nulla sono valsi gli insulti, le promesse di ritorni al medioevo dei diritti, le sparate grossolane e misogine, il suo passato a dir poco inquietante. Trump ha comunque trionfato. Anche tra le donne.
Un mese prima del voto il Washington Post e la rete televisiva NBC avevano diffuso un video del 2005 in cui il candidato repubblicano si vantava di avere baciato, palpeggiato e tentato di avere rapporti sessuali con donne al di fuori del matrimonio.
“Quando sei una star loro (le donne, ndr) ti lasciano fare tutto. Puoi palpeggiarle anche la f**a”, le parole esatte di Trump.
Nelle registrazioni si sente Trump parlare con Billy Bush, conduttore dello show “Access Hollywood”. I due uomini non si vedono nel video ma l’audio è fino troppo esplicito. Il magnate newyorkese racconta di aver fallito nel tentativo di ‘sedurre’ una donna sposata.
“Ci ho provato ma mi è andata male. Ho cercato di farmela ma era sposata. Mi sono mosso verso di lei pesantemente. Ci ho provato con lei come si fa con un passeggiatrice ma non ce l’ho fatta”.
Non si contano poi le volte in cui Trump ha pubblicamente giudicato (e disprezzato) delle donne per il loro aspetto fisico, come l’ormai notissima “Miss Piggy”, ovvero l’ex Miss universo Alicia Machado, definita così dal neo presidente perché troppo grassa.
E Donald Trump, in campagna elettorale, ha anche più volte espresso l’idea secondo la quale l’aborto, una delle più grandi conquiste delle donne nell’ultimo secolo, dovrebbe essere in gran parte vietato. Ha detto che la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti Roe v. Wade che legalizza l’aborto deve essere ribaltata e che avrebbe nominato un tribunale anti-aborto presso l’Alta corte della nazione.
Ha inoltre sostenuto che le donne che hanno avuto aborti devono essere punite, ma in seguito ha ritrattato la pesante dichiarazione, dicendo che solo i medici che eseguono aborti devono essere puniti.
“Prendiamo con estrema serietà la promessa del presidente eletto Donald Trump di voler ribaltare le sentenze della Corte Suprema sulle garanzie concesse alle donne come Roe v. Wade. Prendiamo con estrema serietà il suo impegno a ritirare tutti gli ordini esecutivi emessi dal presidente Obama, come quelli riguardanti la garanzia della parità di retribuzione e un salario minimo più alto per milioni di donne e uomini e prendiamo con estrema serietà la sua intenzione di varare modifiche fiscali che creeranno enormi disuguaglianze in America”.
“Abbiamo combattuto questo tipo di minacce pericolose finora e abbiamo vinto. Lo faremo di nuovo”, ha dichiarato Marcia Greenberger, co-presidente del National Women’s law center.
“La visione di Donald Trump per l’America e le politiche che ha proposto sono un pericolo chiaro e presente per noi donne, i nostri corpi e le nostre libertà. Il nostro ruolo ogni giorno sarà quello di lavorare per garantire che il presidente eletto Trump non possa spogliarci delle nostre libertà, dei nostri diritti, e della nostra capacità di tracciare il nostro destino. Sappiamo che la lotta per i nostri valori, non sarà vinta o persa in una sola elezione. Sette statunitensi su 10 sostengono l’aborto legale. Continueremo ad essere la loro voce e i loro sostenitori”, ha detto Lyse Hogue, presidente di Pro-choice America.
“La nostra nazione ha appena eletto un uomo che ha notoriamente molestato, sminuito e denigrato le donne. I nostri concittadini lo hanno preferito all’occasione di un primo presidente donna. La presidenza Trump inizia in un clima misogino e ostile alla parità di genere”, lamenta ancora Julie Suk, professoressa di legge alla Yeshiva University di New York, intervistata da Reuters.
C’è da chiedersi dunque, se le sparate sessiste, misogine e offensive, fossero appunto solo sparate o se veramente gli Stati Uniti, con Donald Trump presidente, rischiano di fare un passo indietro nella sfera dei diritti delle donne, nella parità di genere e nell’uguaglianza dei sessi.