La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato la possibilità di usare il controverso farmaco midazolam per le iniezioni letali, sostenendo che non vìola il divieto costituzionale sulle punizioni crudeli e disumane.
La sentenza è stata approvata con cinque voti a favore e quattro contrari.
Gli oppositori della pena di morte sostengono che il sedativo midazolam non sia adatto per le iniezioni letali perché non ha un effetto immediato e agisce in ritardo, provocando dolori inutili per i condannati.
Secondo la Corte, però, in mancanza di alternative il farmaco può essere usato.
Dal 2005 l’Unione europea ha adottato delle norme per vietare l’esportazione di prodotti utilizzati per le iniezioni letali e per le esecuzioni con la sedia elettrica.
Da allora nei 32 stati americani che prevedono la pena di morte è aumentato l’utilizzo del sedativo midazolam e di altri metodi controversi, come la camera a gas e la fucilazione.
Il ricorso contro il farmaco è stato presentato alla Corte suprema da quattro detenuti dello stato americano dell’Oklahoma, secondo cui il midazolam ha un basso effetto anestetizzante e non rende totalmente incoscienti.
Nell’aprile del 2014, un condannato a morte riprese conoscenza durante l’esecuzione. Nello stesso anno, incidenti simili accaddero a un detenuto dell’Ohio e un altro dell’Arizona, che annasparono e tossirono a lungo prima di morire.
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