La Corte di giustizia dell’Unione europea è di un passo più vicina a confermare la rimozione di Hamas (e delle Tigri tamil) dalla lista dei gruppi terroristici, nonostante le proteste da parte di Israele e Sri Lanka.
La settimana scorsa, l’avvocato generale presso la corte, Eleanor Sharpston, che fornisce consulenza giuridica ai giudici chiamati a esprimersi, ha raccomandato che il ricorso presentato dal Consiglio europeo contro la rimozione dei due gruppi dalla lista delle sanzioni decisa dal Tribunale dell’Unione europea alla fine del 2014 venisse rigettato per vizi procedurali.
All’epoca, Israele aveva accolto con contrarietà e profondo sdegno la decisione. Infatti, sia Tel Aviv che Washington considerano Hamas (acronimo del nome completo Movimento di resistenza islamico, nata nel 1987) un’organizzazione terroristica.
Il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Emmanuel Nahshon, ha commentato questo parere liquidandolo come una mera opinione giuridica non vincolante.
“Siamo convinti che l’Unione europea farà ciò che deve per tenere Hamas, un gruppo terrorista attivo, sulla sua lista nera”.
Gli Stati Uniti hanno invitato l’Ue a mantenere le sanzioni su Hamas. Il gruppo islamista palestinese controlla la Striscia di Gaza dalle elezioni parlamentari del 2006 e dall’espulsione della rivale al-Fatah l’anno successivo, non riconosce lo stato di Israele e si rifiuta di rinunciare alla lotta armata, portata avanti dal suo braccio militare denominato brigate Izz al-Din al-Qassem.
Da parte sua, il governo dello Sri Lanka aveva detto nel 2014, all’epoca della decisione del Tribunale, che avrebbe prodotto le prove che attestano la pericolosità delle Tigri per la liberazione della patria Tamil.
Tutte e due le organizzazioni sostengono che la loro lotta contro Israele e Sri Lanka è legittima e del tutto legale.
In entrambi i casi, i giudici del Tribunale avevano decretato che la decisione del 2001 dei leader europei di bollare come terroristi e sanzionare i due gruppi faceva troppo affidamento sui media e non si basava su indagini indipendenti.
I beni collegati ad Hamas erano stati congelati appunto 15 anni fa e restano inaccessibili fintanto che la Corte di giustizia non deciderà definitivamente sulla questione.
Nel 2014, il Tribunale non si espresse in merito al fatto che le azioni dei due gruppi potessero valergli l’inclusione nella lista delle organizzazioni terroristiche, ma si limitò a constatare la debolezza procedurale della loro designazione.
Sharpston, pur rigettando l’appello, ha evidenziato che alcuni degli elementi del ricorso del Consiglio sono corretti. Il suo parere non è vincolante ma solitamente i giudici si attengono alle raccomandazioni degli avvocati generali.
Non è stata stabilita una data per l’emissione del verdetto finale.
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