La Corte internazionale di giustizia ha chiesto agli Stati Uniti di revocare le sanzioni legate ai beni umanitari e all’aviazione civile imposti contro l’Iran.
“Per ragioni umanitarie, gli Stati Uniti devono rimuovere qualsiasi blocco alla libera esportazione in Iran di beni che possono avere un impatto negativo sulla popolazione”, ha dichiarato la Corte internazionale di giustizia il 3 ottobre 2018.
Le sentenze del Tribunale sono vincolanti, ma l’istituzione non dispone di un potere coercitivo che ne imponga il rispetto.
“La sentenza ha dimostrato ancora una volta che la Repubblica islamica ha ragione e che le sanzioni statunitensi contro i cittadini del nostro paese sono illegali e crudeli”, ha commentato il ministero degli Esteri iraniano.
Il pronunciamento, secondo quanto scrive Al Jazeera, lascia in realtà scontenti sia l’Iran che gli Stati Uniti.
Gli iraniani infatti avrebbero voluto una revoca completa di tutte le sanzioni, mentre la sentenza della Corte ha fatto riferimento in particolare a componenti ed equipaggiamenti necessari per l’aviazione civile.
Teheran ha anche sostenuto che le sanzioni imposte dall’amministrazione Trump violano i termini del Trattato d’amicizia stipulato tra Iran e Stati Uniti nel 1955.
Washington invece accusa l’Iran di aver abusato della Corte e dei suoi poteri per i propri interessi e che il vero obiettivo era punire il presidente Trump per aver abbandonato l’accordo sul nucleare (Jcpoa) firmato nel 2015 dell’amministrazione Obama e aver ripristinato le sanzioni contro Teheran.
Secondo l’Iran, il comportamento sconsiderato degli Stati Uniti ha indebolito l’economia iraniana e costretto molte compagnie straniere a ritirarsi dal mercato.
Inoltre, ha più volte affermato Teheran, il ripristino delle sanzioni è ingiustificato, dato che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) aveva ripetutamente confermato che l’Iran stava rispettando i termini dell’accordo sul nucleare.
Gli Stati Uniti hanno invece criticato la decisione della Corte internazionale e il dipartimento di Stato ha anche affermato che le esportazioni di cibo, medicine e attrezzature mediche collegate alle attività umanitarie sono consentite dalle attuali sanzioni.
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