Covid, il rischio di contagio in aereo
È il 9 marzo 2020, in Italia è stata appena chiusa l’intera Lombardia e 14 province, il Coronavirus inizia la sua corsa in Europa. Ma l’obbligo della mascherina è ancora lontano. A bordo del Boeing 737 partito da Tel Aviv (Israele) e diretto a Francoforte (Germania) un passeggero inizia a non sentirsi molto bene. All’atterraggio si scopre che l’uomo è infetto. Anche una coppia a bordo di quello stesso volo è risultata positiva. Ma non la persona con la quale i due amanti hanno parlato durante il viaggio. Negativi al tampone anche due altri passeggeri che erano seduti vicino a un altro soggetto positivo. Alla fine a bordo dell’aereo si scopre che i contagiati sono 7, ma solo due degli altri – su un totale di 109 passeggeri – si sono infettati. Un numero tutto sommato basso rispetto alle condizioni in cui si sono trovate queste persone. Parliamo di un aereo, quindi un ambiente chiuso, su cui hanno viaggiato per 4 ore e 40 minuti senza alcuna mascherina. I 7 positivi facevano parte di un gruppo di 24 persone che qualche giorno prima del volo aveva avuto contatti con un operatore turistico rivelatosi poi positivo.
Da questa storia è partito uno studio pubblicato sul sito specializzato Jama Network Open che sostiene che la probabilità di restare contagiati in volo da un passeggero positivo è piuttosto bassa. Per la ricerca 71 dei rimanenti passeggeri sono stati intervistati nove settimane dopo il volo, e solo due avevano effettivamente sviluppato poi il Covid-19, probabilmente a seguito dell’esposizione. I due contagiati, spiegano gli autori, erano seduti entro due file da uno dei positivi del gruppo. “Il flusso d’aria nella cabina dal tetto al pavimento e dalla prua alla poppa potrebbe aver ridotto il tasso di trasmissione – commentano nelle conclusioni -. È probabile che una ulteriore riduzione si sarebbe avuta se i passeggeri avessero indossato le mascherine”.
Lo studio tedesco sostiene quindi che l’esposizione al Covid è più alta per chi è seduto entro due file da uno dei positivi e che il flusso d’aria a bordo dell’aereo (verticale, riciclata e ripulita con filtri Hepa che catturano il 99,97 per cento dei microrganismi) è in grado di ridurre il tasso di trasmissione del Coronavirus.