Coronavirus, padre e figlia in quarantena. Poi arriva il conto da pagare per l’assistenza sanitaria
Ai tempi del Coronavirus è impossibile non pensare alla senso di sicurezza che si prova nel vivere in un Paese come l’Italia tutelato da un sistema sanitario pubblico. “Meno male che c’è ancora la sanità pubblica”, ha scritto Giulia Rodano sull’Huffpost nei giorni scorsi.
Un’emergenza quella scatenata da questo nuovo virus che ci ricorda la differenza con gli Stati Uniti per esempio, dove troviamo invece la sanità più costosa al mondo, dove se non hai un’assicurazione non hai la certezza di essere curato.
A rendere ancora più evidente la differenza tra il sistema nazionale italiano e quello americano è la storia di Frank Wucinski e sua figlia Annabel, 3 anni, evacuati da Wuhan in Cina all’inizio di febbraio ed obbligati alla quarantena in una base militare vicino a San Diego. Dopo l’isolamento forzato padre e figlia si sono sottoposti al test del Coronavirus che è risultato negativo. Una buona notizia accompagnata da un’altra cattiva: rientrati a casa hanno ricevuto una fattura di 3,900 dollari (in euro circa 3,500) con tutte le spese mediche da pagare per l’assistenza sanitaria ricevuta (tra cui il trasporto in ambulanza, test e una radiografia).
“Credevo fosse tutto pagato”, ha raccontato Wucinski al New York Times. L’uomo è originario della Pennsylvania, ma vive in Cina da anni, ha accettato l’offerta del governo degli Stati Uniti di evacuare da Wuhan con la figlia quando è scoppiata l’epidemia. La moglie, che non è cittadina americana, è rimasta in Cina dove è in cura per una polmonite, mentre suo suocero è morto a causa del Coronavirus.
Rientrati negli Usa, padre e figlia sono finiti in isolamento presso la Marine Corps Station Miramar vicino a San Diego e in un ospedale pediatrico.
La bambina ha iniziato a tossire ed è stata trasferita d’urgenza in un ospedale pediatrico. “Il personale dell’ospedale è stato molto gentile, ci hanno portato un sacco di giocattoli – ha raccontato Wucinski – ma eravamo negativi ai test e quando siamo tornati in Pennsylvania abbiamo visto le ricevute. Come faccio a pagare tutto questo?“.
Wucinski lavorando in Cina non ha un’assicurazione che copre le spese sanitarie negli Stati Uniti, per questo deve pagare di tasca propria.
“Un cittadino obbligato ad andare in ospedale dalle autorità che non ha avuto bisogno di cure, immaginate cosa potrà succedere a chi si presenterà con i sintomi della malattia e richiederà un ricovero in terapia intensiva. Il costo medio di un giorno in un ospedale americano è di 4293 dollari. Per un giorno ringraziamo il servizio sanitario nazionale italiano, la migliore invenzione del nostro Paese, di cui dovremmo andare orgogliosi e ricordarci quando ci tocca pagare le tasse”, scrive l’ex direttore di Repubblica Mario Calabresi sulla sua pagina Facebook.
Coronavirus, video-reportage di TPI tra i comuni in quarantena (di Selvaggia Lucarelli)