Il coronavirus ora ha un nome: per l’Oms si chiama Covid-19
“Abbiamo un nome” per il Coronavirus, “è COVID- 19“. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus in un briefing di aggiornamento con la stampa a Ginevra.
Il nome del virus, Covid-19, è la crasi di alcuni elementi che lo caratterizzano: Corona, virus e didease (malattia), ha spiegato il direttore generale dell’Oms, sottolineando inoltre che “non contiene alcuna indicazione geografica o riferimento animale o umano. È pronunciabile e serve perché rappresenta uno standard utilizzabile da tutti”.
Fino a questo momento il virus era stato denominato temporaneamente “2019-nCoV”, un titolo che include l’anno della sua scoperta, la sigla “CoV”, che sta per coronavirus, e la lettera “n” (come “nuovo”), che indica i termini utilizzati dagli scienziati per differenziare il nuovo virus dai precedenti.
Questo nome tuttavia non era facile da usare e per questo i media e la popolazione hanno usato altri nomi per riferirsi al virus. Per ovviare a questa mancanza, pochi giorni fa l’Oms ha affidato il “compito urgente” di decidere formalmente un nome per il virus all’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV).
“Il pericolo quando non si ha un nome ufficiale è che le persone iniziano a usare termini come ‘virus cinese’, e questo può creare una reazione contro certe popolazioni”, ha spiegato Crystal Watson, del Johns Hopkins Center for Health Security, indicando la ragione per cui la scelta della denominazione è stata ritenuta una priorità.
L’Oms ha fatto sapere inoltre che “il primo vaccino per il Coronavirus potrebbe essere pronto in 18 mesi”.
“Dobbiamo perciò fare di tutto e usare le armi a nostra disposizione per combattere il virus”, ha aggiunto il direttore generale dell’Oms.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene che vi sia una “possibilità realistica” di fermare il virus Covid-19. “Se investiamo adesso, abbiamo una possibilità realistica di fermare questa epidemia”, ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Non dobbiamo consentire a questo virus di avere spazio”, ha aggiunto, spiegando che non si può “sprecare l’opportunità”.