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    Gli Usa temono 100mila morti e in Cina torna la paura: l’avanzata del Coronavirus nel mondo | VIDEO

    Credit: ANSA/ ANDREA FASANI
    Di Fabio Salamida
    Pubblicato il 3 Apr. 2020 alle 20:42

     

    Mentre in Italia continua il lockdown e ci si chiede quando si potrà tornare a una vita normale, anche nel resto del mondo si affronta l’emergenza Coronavirus. E continua il prezioso lavoro dei corrispondenti di “Insieme in rete”, associazione che si occupa di cittadinanza digitale, che continuano a informare quotidianamente con dei brevi video sulla situazione nei Paesi in cui vivono.

    “La Cina ha apparentemente superato la crisi – spiega Ilham Mounssif, ambasciatrice culturale – ma nelle ultime settimane sono aumentati in maniera consistente i casi di contagi “importati”, ovvero quelli di cittadini cinesi che sono tornati in patria da altri Paesi e soprattutto quelli di contagi locali. Per questo motivo sono state nuovamente chiuse attività come bar, ristoranti, locali, cinema e attrazioni turistiche. Inoltre, in Enan, provincia centrale, alcune contee sono state nuovamente messe in quarantena.

    Cristina Marconi, giornalista e scrittrice, parla della situazione nel Regno Unito: “Con 569 vittime, il governo è in crisi profonda perché non riesce ad organizzare test. Boris Johnson, ancora malato, ha mandato avanti il suo ministro della Salute (che era malato anche lui) che ha promesso che entro fine mese saranno testate centomila persone al giorno, ma ad oggi, sui 500mila lavoratori del sistema sanitario, ne sono stati testati appena cinquemila”.

    “La Spagna sta vivendo i suoi giorni più difficili – racconta invece Steven Forti, anche lui giornalista – ha ormai superato l’Italia in numero di contagi e i morti sono oltre undicimila. Di positivo, l’aumento dei guariti, che sono oltre 30mila, e il fatto che il trend dei contagi si sta progressivamente fermando. Dal punto di vista sanitario preoccupa l’alto numero di contagi tra medici e infermieri, la carenza di materiale, la situazione nelle case di riposo che sono veri e propri focolai di contagi e il numero esiguo di letti in terapia intensiva, specie a Barcellona e Madrid, città ormai al collasso. Il governo sta valutando se ampliare le restrizioni fino a fine aprile, ma alcune regioni parlano di fine maggio; dal 30 marzo sono chiuse le attività produttive non essenziali e preoccupa molto la situazione economica. I sindacati parlano di due milioni di disoccupati nelle prossime settimane.

    Putin è intervenuto nuovamente a reti unificate per comunicare che la quarantena continuerà fino al 30 aprile e ha lasciato liberi i presidenti di regione di attuare tutte le misure che riterranno necessarie. Dopo il suo discorso due di loro – rappresentanti di regioni del nord particolarmente colpite dal contagio – si sono dimessi”. Così Giacomo Augugliaro, avvocato che vive a Mosca.

    Sempre più drammatica la situazione negli USA, a raccontarlo l’attrice Isabella Weiss: “Trump, in conferenza stampa insieme a tutta la task force anti-Coronavirus, ha detto che negli Stati Uniti ci si aspettano tra i centomila e i duecentomila morti e che sarà una guerra che si combatterà soprattutto negli ospedali. Nel frattempo, la curva di New York è in picco e si stanno costruendo ospedali da campo a Central Park, con delle tende attrezzate con letti e respiratori. Il presidente ha tenuto a dire che gli USA sono il paese meglio equipaggiato per affrontare la crisi e che undici aziende stanno producendo ventilatori polmonari. Ha anche annunciato che verranno messi in commercio dei test-kit che daranno il risultato in meno di quindici minuti e ha attaccato persone non meglio specificate che lo avrebbero consigliato di non far nulla per non bloccare l’economia”.

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