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    Coronavirus, il villaggio tirolese che ha contagiato mezza Europa

    Il villagio di Ischgl, nel Tirolo (Credits: EPA/DANIEL KOPATSCH)

    Migliaia di turisti, andati a sciare a Ischgl, sono risultati positivi al Covid-19. Le misure delle autorità locali, che hanno provato a salvare la stagione sciistica, sono arrivati però in netto ritardo

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 25 Mar. 2020 alle 12:04

    Coronavirus, il villaggio Ischgl nel Tirolo che ha contagiato mezza Europa

    In Austria c’è un piccolo villaggio di poco più di 1.500 abitanti che nell’ultimo mese si è dimostrato un vero e proprio focolaio di Coronavirus: si chiama Ischgl, si trova nel Tirolo e sono migliaia finora i turisti – provenienti da mezza Europa, dalla Svezia alla Germania, fino all’Islanda e alla Danimarca – che lì sono rimasti contagiati dal Covid-19, portandolo poi nei rispettivi Paesi di provenienza. Uno dopo l’altro, molti Stati europei hanno iniziato così a dichiarare il Tirolo zona rossa, impedendo quindi ai propri cittadini di recarsi in vacanza nella celebre regione austriaca. E trovando una forte opposizione delle autorità tirolesi, poco disposte a interrompere la stagione sciistica.

    Ma con il tempo, anche in Austria hanno dovuto ammettere che il villaggio di Ischgl è un vero e proprio focolaio dell’infezione. D’altronde, i numeri sono chiarissimi. In Norvegia, lo scorso 7 marzo 491 dei 1.198 cittadini allora positivi al Coronavirus erano stati in vacanza sulla neve in Tirolo nella seconda metà di febbraio. In Danimarca, un terzo dei contagiati era stato sul Tirolo. In Svezia, un sesto. Nella città tedesca di Amburgo, un centinaio di persone. Potenzialmente, poi, le persone contagiate a loro volta da coloro che sono stati a sciare nella valle tirolese sono migliaia.

    Nel frattempo, in un vortice di incoerenza, l’Austria era tra i primi Paesi europei ad annunciare la chiusura unilaterale delle sue frontiere a Sud, comprese quelle con l’Italia al Brennero. Solo il primo caso ufficiale di Coronavirus nel villaggio, un tedesco di 36 anni che lavorava come barman in uno dei locali più celebri di Ischgl, ha fatto aprire gli occhi alle autorità locali. Che hanno chiuso il locale (solo) dopo tre giorni, il 10 marzo. Il resto del villaggio, tuttavia, è rimasto in funzione fino al 14 marzo, quando da Vienna è arrivato l’appello del governo a chiunque dal 28 febbraio si fosse trovato in Tirolo a mettersi in quarantena.

    In quei giorni, a Ischgl si è verificato quel fenomeno che in Italia abbiamo già vissuto in due occasioni: un vero e proprio esodo di massa, una grande corsa dei turisti stranieri a occupare gli ultimi posti sui bus in partenza dal Tirolo. Tutti coloro che sono riusciti a partire, ovviamente, hanno scampato i test: con l’ulteriore risultato potenziale di diffondere ancora di più il Coronavirus nei loro rispettivi Paesi. Solo in questi giorni Ischgl è stato totalmente isolato, sia in ingresso che in uscita. Ma forse è troppo tardi: 400 dei 1.500 abitanti è positivo al Covid. In percentuale, un dato impressionante.

    Coronavirus, spot di Enpa. #GliAbbraccichePuoiDare, agli animali:

     

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