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Coronavirus Cina, Ilham Moussif: “La mia quarantena in un campus”
Coronavirus in Cina, lì dove tutto è partito. Dal 31 dicembre scorso, data in cui nella città di Wuhan, capoluogo della provincia dell’Hubei, è stato segnalato il famigerato “nuovo Coronavirus”, in Cina sono morte più di 2.700 persone e oltre 78mila sono state contagiate.
Il Governo della potenza asiatica, che in un primo momento aveva sottovalutato l ’entità dell’epidemia, è corso ai ripari isolando il focolaio del contagio e dichiarando lo stato di emergenza in tutto il Paese. Nel frattempo, come sappiamo, la malattia si è diffusa nel resto del pianeta e altri Stati – tra cui il nostro – stanno affrontando la diffusione del contagio mettendo in quarantena le zone in cui si manifesta l’infezione.
Coronavirus, parla Ilham Mounsif
A quasi due mesi di distanza, nel cuore dell’epidemia di Coronavirus in Cina, si cerca di tornare lentamente alla normalità. Ce lo racconta Ilham Mounsif, una ragazza di cui si è parlato molto nel marzo del 2017, quando le fu negato di assistere a una seduta alla Camera dei Deputati perché – pur avendo vissuto in Italia per 20 dei suoi 22 anni e pur essendo stata invitata lì a ritirare un premio come studentessa modello – non aveva la cittadinanza italiana. A riparare fu l’allora Presidente della Camera, Laura Boldrini, che invitò la giovane laureata, italiana senza cittadinanza, ad assistere a una seduta successiva.
Oggi Ilham è ambasciatrice culturale e insegna inglese in un campus universitario nello Zhejiang, provincia orientale della Cina. Quando è scoppiata l’epidemia stava organizzando un viaggio nel nord del Paese in occasione dei festeggiamenti per il capodanno cinese, un viaggio che ha dovuto annullare. Da oltre un mese vive completamente sola nel campus abbandonato e racconta attraverso i social network e il suo canale Instagram la vita in quarantena e il lento ritorno alla normalità.
“Dove sono io – racconta – la situazione è migliorata perché i contagi sono diminuiti. Da circa un mese vivo in solitudine qui al campus, ma negli ultimi giorni la situazione è migliorata: posso finalmente affittare una bicicletta e andare tranquillamente nel centro della città dove la vita è tornata a essere movimentata e i negozi sono aperti”.
Molto diversa la situazione nella provincia dell’Hubei, spiega ancora Ilham Mounsif: “Lì le misure restrittive per la popolazione sono diventate ancora più rigorose per permettere al resto della Cina di poter tornare al più presto alla normalità”.
Una normalità che però è ancora lontana dal tornare: “Forse, tra due settimane, avremo idea di quando riaprirà il nostro istituto. Nel frattempo, per evitare che i nostri studenti perdano troppo tempo, forniamo delle lezioni online. Lo smart working è stato utilizzato in tutto il Paese per evitare che le aziende si bloccassero a causa dell’epidemia, permettendo a molti dipendenti di lavorare a distanza”.