Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Esteri
  • Home » Esteri

    Coronavirus: da Starbucks a Ikea tutte le aziende che hanno “rotto” con la Cina

    Credit: ANSA / FANG YIZHU /TO

    Alcune multinazionali hanno deciso di chiudere parte dei punti vendita nel paese dopo l'epidemia del virus cinese, diverse compagnie aeree hanno già sospeso i voli

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 30 Gen. 2020 alle 16:20

    Coronavirus: da Starbucks a Ikea tutte le aziende che hanno “rotto” con la Cina

    Mentre cresce la preoccupazione con cui il mondo guarda all’epidemia del coronavirus, che ha provocato finora 170 morti e 1.700 nuovi contagi in Cina, anche importanti aziende internazionali iniziano a mettere in atto delle precauzioni disponendo lo stop parziale o totale delle attività in territorio cinese.

    Dalle compagnie aeree a quelle automobilistiche, dal settore della ristorazione a quello dell’arredo, ecco quali sono le principali aziende che hanno interrotto i servizi in Cina a causa del coronavirus.

    Le compagnie aeree

    Dopo lo scoppio dell’epidemia causata dal coronavirus 2019-n-CoV, la compagnia di bandiera britannica British Airways ha deciso di sospendere tutti i voli da e per la Cina almeno fino al 31 gennaio. Oggi è arrivata la notizia che la sospensione è stata estesa fino al 29 febbraio compreso.

    La compagnia precisa d’aver iniziato a contattare i passeggeri già prenotati per offrir loro “l’opzione del rimborso o del re-booking con altri vettori”: i cui voli verso la Cina restano regolari. “La sicurezza dei passeggeri è al cuore di tutto ciò che facciamo”, si legge nella nota.

    Anche altre compagnie hanno assunto la stessa decisione: Lufthansa ha sospeso i voli fino al 9 febbraio, American Airlines dal 9 febbraio al 27 marzo per i collegamenti tra Los Angeles, Pechino e Shanghai (continuerà a volare in Cina da Dallas). Anche United Airlines, Air Asia, Cathay Pacific, Air India, IndiGo e Finnair hanno annunciato provvedimenti.

    Ritardi e disfunzioni riguardano anche la compagnia aerea All Nippon Airways (Ana), decisa a estendere fino a febbraio la sospensione dei voli di collegamento tra l’aeroporto di Narita a Tokyo, e la città cinese di Wuhan, considerata l’epicentro del virus.

    Toyota, l’azienda sospende la produzione

    Fino al 9 febbraio anche la produzione di Toyota in Cina sarà interrotta per timore del coronavirus. “Considerati vari fattori, tra cui le linee guida dei governi locali e regionali e la situazione della fornitura di componenti, a partire dal 29 gennaio, abbiamo deciso di interrompere le operazioni nei nostri stabilimenti in Cina fino al 9 febbraio”, ha annunciato Maki Niimi, il portavoce della casa automobilistica. “Monitoreremo la situazione e prenderemo eventuali ulteriori decisioni sulle operazioni il 10 febbraio”.

    Anche la Honda ha annunciato un prolungamento della sospensione dell’output in due stabilimenti di motociclette in Cina fino all’8 febbraio, per assicurarsi che l’approvvigionamento delle componenti sia in linea con i processi produttivi, ottemperando alle richieste delle autorità locali.

    Ikea chiude metà dei negozi

    A causa dei casi di coronavirus, Ikea ha deciso di chiudere metà dei suoi negozi in Cina (30 in totale). La multinazionale svedese dell’arredo ha fatto sapere con un comunicato che “chiuderà circa la metà dei suoi negozi nella Cina continentale, temporaneamente e fino a nuovo avviso, dal 29 gennaio. I dipendenti Ikea sono tenuti a rimanere a casa e manterranno tutti l’intero stipendio”.

    Starbucks e McDonald’s

    Sia Starbucks sia McDonald’s hanno annunciato la chiusura temporanea di metà dei propri punti vendita in Cina. La catena di negozi di caffé alla fine del 2019 contava in Cina quasi 5mila negozi, dunque la chiusura avrà un impatto sui bilanci della società.

    McDonald’s ha chiuso i suoi ristoranti e punti vendita in cinque città cinesi (Wuhan, Ezhou, Huanggang, Qianjiang e Xiantao) già dal 24 gennaio e sta rafforzando i protocolli sanitari in tutti i fast-food della catena in Cina.

    Anche il parco il resort Disney di Shanghai hanno chiuso gli ingressi a tempo indeterminato. “La decisione – dice l’azienda – è in risposta alla necessità di prevenzione e controllo dell’epidemia del coronavirus”. La Disney rimborserà comunque biglietti e prenotazioni.

    Google chiude i suoi uffici

    La società di Mountain View ha deciso di chiudere temporaneamente tutti i suoi uffici nel Paese, comprese Hong Kong e Taiwan.

    Eventi sportivi

    Anche le prove di Coppa del mondo di sci, previste in Cina a febbraio, sono state cancellate per colpa del coronavirus. La nazionale di calcio femminile cinese è stata messa in quarantena in Australia, come riporta il Guardian, perché la squadra è stata nella città focolaio di Wuhan il 22 gennaio. Le giocatrici dovranno rimanere chiuse in hotel per decisione delle autorità australiane fino al 5 febbraio.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version