Decine di migliaia di manifestanti si sono riuniti sabato 12 novembre nel centro di Seul per chiedere le dimissioni della presidente Park Geun-hye.
Secondo la polizia, sono 170mila le persone attese da tutta la Corea del Sud nella grande piazza del palazzo di Città della capitale, mentre gli organizzatori prevedono di raggiungere fino a un milione di partecipanti.
Più di 25mila agenti sono stati impiegati nelle strade per seguire la protesta e scongiurare possibili disordini, mentre i servizi pubblici sono del tutto congestionati per l’enorme mole di persone che si sta spostando.
Altre manifestazioni di protesta, anche in altre città della Corea si erano svolte nel corso della settimana.
Secondo le accuse rivolte a Park Geun-hye, la presidente avrebbe consentito all’amica e confidente Choi Soon-sil, attualmente in arresto per abuso di potere e altri capi d’accusa, di interferire negli affari di stato, anche per fini personali, pur non avendo alcun titolo e incarico di governo.
La reazione del pubblico a quello che è stato percepito come un vero e proprio tradimento ha affossato la sua popolarità portandola al 5 per cento, la quota più bassa da quando è stato istituito l’indice di gradimento nel 1988.
Park ha licenziato molti dei suoi consiglieri in relazione alla vicenda e uno di loro, Jeong Ho-seong è stato arrestato giovedì 3 novembre con l’accusa di aver diffuso informazioni secretate e ha cercato di arginare le proteste dell’opposizione nominando un nuovo primo ministro.
Nessuno presidente sudcoreano ha mai dovuto rinunciare al proprio mandato in anticipo, ma Park potrebbe essere la prima data la crescente pressione dei cittadini e dell’opposizione.
(La manifestazione oceanica per le strade di Seul. Credit: Kim Hong-Ji)