Il numero di donne che usa metodi contraccettivi nei paesi in via di sviluppo è salito a livelli record negli ultimi anni, tanto che le previsioni per la crescita della popolazione mondiale potrebbero essere ridotte di 1 miliardo nel corso dei prossimi 15 anni.
Gli ultimi dati diffusi delle Nazioni Unite mostrano come sempre più donne usino metodi anticoncezionali e nei paesi più poveri nel 2015 è stato raggiunto il picco massimo storico.
Nel 2015, il 64 per cento delle donne sposate, o le donne che vivono con un partner, di età compresa tra i 15 e i 49 anni, hanno utilizzato forme moderne o tradizionali di pianificazione familiare. Nel 1970, il tasso medio era del 36 per cento.
Il Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali (Undesa) prevede che la popolazione mondiale potrebbe attestarsi tra gli 8 e i 9 miliardi entro il 2030.
“I dati dimostrano che le donne che hanno accesso alla pianificazione familiare scelgono di usarla, con la conseguenza di famiglie più piccole, un più alto livello di istruzione, figli più sani e un maggiore potere economico”, ha detto Jagdish Upadhyay, capo del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione.
L’Africa ha il più alto tasso di bisogno di contraccettivi insoddisfatto, con solo il 33,4 per cento delle donne che hanno utilizzato metodi anticoncezionali nel 2015. Per rendersi conto del divario basti pensare che in Europa lo stesso dato si attesta sul 69,2 per cento e in Nord America al 74,8 per cento.
— LEGGI ANCHE: QUALI SONO I METODI CONTRACCETTIVI PIU’ USATI NEL MONDO
“Nei prossimi 15 anni vedremo una crescita nell’uso di contraccettivi perché un numero sempre maggiore di donne in età riproduttiva richiederà servizi del genere”, ha detto Sarah Onyango, consulente di International Planned Parenthood Federation.
“In questo momento la popolazione africana è formata per il 50 per cento da giovani. Se le attuali tendenze nell’uso dei contraccettivi continuano, ci sarà probabilmente un cambiamento nei numeri della popolazione”, ha continuato.
I dati del grafico sono forniti dal Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite.
Leggi l'articolo originale su TPI.it