Bombardieri russi Su-34 partiti dalla base aerea Hamadan, in Iran, hanno condotto nuovi attacchi contro obiettivi del sedicente Stato islamico in Siria per il secondo giorno consecutivo. Lo ha riferito l’agenzia di stampa russa Interfax, citando il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu. Oltre 150 militanti sono stati uccisi e due basi di comando distrutte.
Il ministro aveva confermato ieri, 16 agosto, di aver schierato in Iran i bombardieri a lungo raggio e i cacciabombardieri impiegati per combattere i miliziani dell’Isis e degli altri gruppi ribelli nemici di Assad.
Finora la Russia non aveva mai utilizzato il territorio di un’altra nazione nel Medio Oriente per compiere operazioni militari all’interno della Siria e la notizia rappresenta un’ulteriore prova dell’attivismo diplomatico di Mosca per porre fine al conflitto siriano.
Gli aerei russi hanno iniziato già ieri raid aerei dalla base di Hamadan “contro obiettivi appartenenti allo Stato Islamico e a Jabhat al-Nusra nelle provincie di Aleppo, Deir ez-Zor e Idlib”. Secondo il ministero, i bombardamenti hanno distrutto tre postazioni di comando e campi di addestramento dei militanti del sedicente Stato islamico nelle regioni di Serakab, Al-Bab, Aleppo, Deir ez-Zor e cinque importanti depositi di armi. Nelle operazioni, precisano dal ministero, è rimasto ucciso “un numero significativo di terroristi”.