Donald Trump Jr, figlio maggiore del presidente degli Stati Uniti, era in contatto diretto con WikiLeaks, l’organizzazione fondata dall’australiano Julian Assange che diffonde in rete documenti segreti, nelle fasi finali della campagna per le elezioni presidenziali del 2016. La rivelazione arriva da un articolo di Julia Ioffe pubblicato da “The Atlantic”.
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Le indiscrezioni sono state confermate su Twitter dallo stesso Donald Trump Jr, che ha reso pubbliche tutte le comunicazioni avute con i gestori della pagina di WikiLeaks e ha attaccato chi nel Congresso statunitense avrebbe dovuto garantire la riservatezza dei documenti in questione.
Here is the entire chain of messages with @wikileaks (with my whopping 3 responses) which one of the congressional committees has chosen to selectively leak. How ironic! 1/3 pic.twitter.com/SiwTqWtykA
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) 14 novembre 2017
2/3 pic.twitter.com/b1B9PBGl5t
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) 14 novembre 2017
3/3 pic.twitter.com/5FdeNrbg02
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) 14 novembre 2017
I contatti tra Trump Jr e WikiLeaks rappresentano la conferma dell’esistenza di un rapporto tra gli organizzatori della campagna elettorale dell’attuale inquilino della Casa Bianca e l’organizzazione di Assange, responsabile della diffusione delle mail di alcuni membri del Comitato nazionale democratico, la più importante struttura del Partito democratico statunitense, e del presidente della campagna elettorale di Hillary Clinton, John Podesta.
Secondo l’intelligence statunitense, le mail sarebbero state rubate da hacker russi nell’ambito di un piano orchestrato direttamente dal Cremlino per favorire il candidato repubblicano alla vittoria finale. Julian Assange ha negato di aver ricevuto i leak dalla Russia.
Nel corso della campagna elettorale del 2016, Donald Trump aveva detto di “amare WikiLeaks” per aver diffuso le comunicazioni private di Podesta. In uno dei messaggi inviati a Trump Jr diffusi da “The Atlantic” emerge l’apprezzamento di WikiLeaks per i complimenti del padre, oltre all’invito a visitare la pagina wlsearch.tk per trovare altro materiale per attaccare Hillary Clinton.
Un invito che non ha ricevuto una risposta diretta da parte di Trump Jr ma, come dimostra questo tweet del 14 ottobre 2016, è stato accolto con interesse:
For those who have the time to read about all the corruption and hypocrisy all the @wikileaks emails are right here: https://t.co/SGcEeM9rCS
— Donald Trump Jr. (@DonaldJTrumpJr) 14 ottobre 2016
In un messaggio inviato il 21 ottobre 2016, i gestori della pagina di WikiLeaks chiedono al figlio maggiore di Donald Trump di consentire la pubblicazione della dichiarazione dei redditi del padre. Una mossa che, secondo l’organizzazione di Assange, avrebbe permesso al candidato repubblicano di allontanare le ombre del Cremlino dalla campagna elettorale.
“La pubblicazione della dichiarazione dei redditi di tuo padre ci permetterebbe di aumentare la percezione della nostra imparzialità”, scrive WikiLeaks. “Questo significa che tutti i documenti relativi a Hillary Clinton che stiamo pubblicando avranno un impatto ancora maggiore, perché l’opinione pubblica non ci percepirà più come una fonte pro-Trump o pro-Russia”.
L’8 novembre 2016, giorno delle elezioni negli Stati Uniti, WikiLeaks contatta Donald Trump Jr per suggerire al padre l’idea di non accettare la sconfitta in caso di vittoria di Hillary Clinton.
Il messaggio più bizzarro, però, è del dicembre 2016: WikiLeaks chiede l’appoggio del presidente eletto nella battaglia di Julian Assange contro Stoccolma, Londra e Canberra che da cinque anni costringe l’uomo a vivere nell’ambasciata dell’Ecuador della capitale del Regno Unito per fuggire alle accuse di reati sessuali commessi in Svezia. Il 19 maggio 2017 la procura svedese ha archiviato il caso ma, per timori legati alla possibile apertura di un’inchiesta negli Stati Uniti, Assange continua a vivere nell’ambasciata a Londra.
“Sarebbe molto semplice e utile se tu suggerissi a tuo padre di consigliare all’Australia di indicare Julian Assange come suo ambasciatore a Washington. Non lo faranno, ma rappresenterebbe un messaggio chiaro ad Australia, Regno Unito e Svezia sulla necessità di cominciare a seguire le regole e smetterla di cercare di ingraziarsi i Clinton”.
Le rivelazioni di “The Atlantic” sui contatti tra Donald Trump Jr e WikiLeaks non rappresentano il primo caso che vede coinvolto il figlio del tycoon newyorchese nelle indagini sul Russiagate. Il 9 luglio 2017 il figlio del presidente statunitense era stato accusato di aver incontrato un’avvocatessa russa legata al Cremlino, Natalia Veselnitskaya, durante la campagna elettorale del 2016, dopo la promessa di poter ottenere informazioni compromettenti sulla candidata democratica Hillary Clinton.
L’incontro tra Donald Trump Jr. e Natalia Veselnitskaya si è svolto alla Trump Tower di Manhattan a New York il 9 giugno 2016, due settimane dopo la nomination dell’imprenditore statunitense come candidato repubblicano, ma la notizia non è diventata di pubblico dominio fino al 9 luglio di quest’anno, quando è stata pubblicata dal quotidiano statunitense “The New York Times”.