Il ceppo di colera responsabile della pandemia che dall’ottobre 2010 affligge Haiti è stato introdotto, con tutta probabilità, dal personale militare Onu proveniente dal Nepal, intervenuto in soccorso del paese caraibico in seguito al devastante terremoto che scosse il territorio il 12 gennaio dello stesso anno.
Ad avvalorare quest’accusa della popolazione di Haiti contro i militari delle Nazioni Unite arrivano i risultati dell’ultimo rapporto pubblicato da un gruppo internazionale di studiosi di medicina che confermano alcune precedenti analisi fatte da altri colleghi su campioni di acqua raccolti nel Paese.
Gli epidemiologi spiegano che il colera non è una malattia tipica dei Caraibi e precisano che il ceppo proviene dal Nepal, dove la malattia è più comune. Nell’ultimo mezzo secolo, infatti, non è mai stato registrato un solo caso di colera ad Haiti.
A oggi, la pandemia ha colpito più di 600 mila persone, circa il 5 per cento della popolazione, causando più di 8 mila decessi. Nel novembre 2011 l’Istituto per la giustizia e la democrazia ad Haiti (Ijdh), un’organizzazione non-profit con sede a Boston, ha sporto denuncia contro le Nazioni Unite chiedendo pubbliche scuse e un risarcimento per le famiglie delle vittime del contagio.
Secondo i legali dell’Ijdh, la fonte dell’epidemia sembra essere l’accampamento delle forze di peacekeeping Onu a Mirebalais, a 60 chilometri a nord est della capitale Port au Prince.
Le acque di scolo del campo militare confluivano in un fiume vicino, diffondendo così il ceppo del colera.
“Una volta che il colera è introdotto, è estremamente difficile da sradicare”, puntualizza la denuncia. L’Onu ha sempre respinto le accuse, attribuendo la colpa al malfunzionamento del sistema sanitario nazionale e all’inquinamento delle fonti idriche. Nel febbraio 2013, Ban Ki-moon, segretario generale Onu, si è appellato alla Convenzione sui privilegi e le immunità delle Nazioni Unite, firmata nel 1946, che garantisce all’organizzazione (e a ciascuno dei suoi membri) protezione legale nei Paesi in cui opera, negando così il risarcimento richiesto dalla denuncia.
L’introduzione, seppur involontaria, del batterio responsabile del colera nel territorio caraibico ha aggravato la situazione in un Paese già profondamente devastato dal terremoto, dalla povertà e dall’instabilità politica interna.
Finora l’Onu ha investito circa 90 miliardi di euro in attrezzature mediche, reti fognarie, scuole e progetti per migliorare la qualità della vita degli abitanti di Haiti, e a dicembre Ban Ki-moon ha promosso una campagna di vaccinazione per debellare l’infezione. Le Nazioni Unite continueranno la loro missione di peacekeeping nel territorio, nonostante la crescente tensione tra la popolazione e i militari, ritenuti responsabili dell’epidemia.
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