Il Consiglio di stato francese, la più alta corte amministrativa del paese, ha sospeso il divieto di indossare il burkini, varato da alcuni sindaci. Il tribunale si è espresso in seguito alla richiesta da parte della Lega dei Diritti Umani di rovesciare il divieto di burkini nella città mediterranea di Villeneuve-Loubet, che aveva sostenuto che tale divieto sarebbe stato contro le libertà civili.
La corte ha detto in un comunicato che il decreto che vieta il burkini a Villeneuve-Loubet è “seriamente e chiaramente illegale, ha violato le libertà fondamentali di movimento, la libertà di culto e la libertà individuale.”
I sindaci avevano giustificato questi provvedimenti come garanti dell’ordine pubblico e della laicità dello stato, mentre molti dei musulmani residenti in Francia si sentono ingiustamente presi di mira da queste norme restrittive.
Il divieto, proclamato dai sindaci di varie città costiere francesi aveva fatto molto discutere e aveva spaccato il governo di Manuel Valls.
Si è schierato a favore il primo ministro Manuel Valls appoggiando i sindaci e sostenendo che il burikini rappresenta “la riduzione in schiavitù delle donne”.
Di posizione nettamente contraria il ministro dell’Istruzione Najat Vallaud-Belkacem. Femminista convinta, la politica ha contestato l’idea che l’abbigliamento indossato in spiaggia possa avere legami con il terrorismo o con il gruppo jihadista dello Stato Islamico.
La controversia si è intensificata dopo la diffusione di alcune immagini che ritraggono quattro poliziotti francesi mentre impongono ad una donna musulmana sulla spiaggia di Nizza di spogliarsi del burkini.
— LEGGI ANCHE: Perché si parla tanto di burkini