L’uomo che a giugno ha ucciso la deputata britannica Jo Cox durante gli ultimi giorni di campagna elettorale prima del referendum sulla Brexit è stato condannato mercoledì 23 novembre all’ergastolo.
Thomas Mair, simpatizzante dell’estrema destra di 53 anni, aveva sparato tre volte e accoltellato ripetutamente la donna di 41 anni, madre di due figli, che stava arrivando a Birstall, nel nord dell’Inghilterra, per intervenire a un evento organizzato dalla campagna referendaria a favore della permanenza del Regno Unito nell’Unione europea.
L’omicidio scosse profondamente il Regno Unito, suscitò l’indignazione di tutto il mondo e portò all’interruzione della campagna elettorale sulla Brexit, i cui toni si erano accesi negli ultimi giorni con attacchi personali da entrambi gli schieramenti.
I testimoni hanno ripetuto durante il processo presso la corte londinese di Old Bailey di aver sentito urlare Mair “Britain Firts” (la Gran Bretagna prima di tutto) durante l’attacco. Ma Mair si è sempre dichiarato non colpevole e ha rifiutato di deporre.
I giudici lo hanno condannato in base alle leggi antiterrorismo e hanno descritto il caso come “un omicidio politicamente motivato” e premeditato, sottolineando l’ossessione di Mair verso pubblicazioni, idee e siti razzisti.
Al termine dell’udienza che è durata 90 minuti il giudice Alai Wilkie ha negato a Mair la possibilità di parlare dopo che il verdetto era stato emesso: “Non sei un patriota. Le tue azioni hanno tradito la quintessenza della nostra nazione: la sua fiducia nella democrazia parlamentare”.