Jean-Claude Juncker “resterà al suo posto, per combattere tutte le crisi che l’Europa sta affrontando, dalla Grexit alla Brexit, alla migrazione. Motivato come il primo giorno”. Con queste parole il portavoce della Commissione Ue ha smentito all’Ansa l’ipotesi di dimissioni del presidente dell’esecutivo europeo.
A ventilare dubbi sulla permanenza alla guida della Commissione è stato il 20 marzo il quotidiano La Repubblica, secondo il quale l’ex premier lussemburghese sarebbe pronto a compiere il passo indietro a marzo, perché contrariato dalla scarsa ambizione dei governi sull’Unione.
Riportando il racconto di “autorevoli fonti europee”, il quotidiano parla di crescenti tensioni tra Juncker, la cancelliera Angela Merkel e il premier olandese Mark Rutte. Al centro ci sarebbe il progetto di rilancio dell’integrazione europea post Brexit, al quale Juncker ha lavorato con passione, con l’ambizione di farlo diventare l’ossatura della Dichiarazione di Roma con la quale i leader tracceranno la rotta futura dell’Unione.
Il White book dovrebbe essere diffuso l’8 marzo, ma secondo il quotidiano, attraverso canali riservati, diverse cancellerie avrebbero invitato Juncker a posticipare la pubblicazione.
Il messaggio sarebbe arrivato da Mark Rutte, spaventato da qualsiasi svolta europeista che possa arrivare da Bruxelles in vista del 15 marzo, quando il suo partito liberale dovrà affrontare le elezioni politiche e sfidare i populisti di Geert Wilders. Ma anche da Angela Merkel, che fino alle elezioni tedesche di settembre vorrebbe evitare qualsiasi input in grado di accedere un dibattito interno sull’Ue e minare la propria immagine di “cancelliere d’Europa”, già in forte calo nei sondaggi rispetto al principale contendente, il socialista Martin Schulz.
A fugare i dubbi sul passo indietro di Junker è stato anche il capogruppo dei socialdemocratici al parlamento europeo, Gianni Pittella. “Il presidente mi ha smentito categoricamente di voler lasciare il suo incarico”, ha detto Pittella dopo un colloquio telefonico avvenuto il 20 febbraio con il numero uno della Commissione. “Juncker ha detto che si tratta di un’ipotesi fuori dalla realtà”.
Il 12 febbraio, intervistato dalla radio pubblica tedesca, Juncker aveva sorpreso tutti annunciando di non voler correre per un secondo mandato tra due anni e mezzo. “Non lo faccio perché sono stanco (sono vivo e fresco) ma cinque anni sono sufficienti”, aveva poi chiarito il presidente della Commissione Ue durante il suo intervento alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco, il 16 febbraio. “Non vorrei che per me fosse come è stato per l’amico Barroso. Dopo la prima metà del suo mandato, ogni volta che suggeriva qualcosa, tutti dicevano: lo fa solo perché vuole l’incarico una seconda volta”.
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