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    Un commando di 6 attentatori attacca un carcere in Mali, liberando 21 prigionieri

    Il ministro Mamadou Konate Ismael ha detto che i sei aggressori volevano liberare due terroristi detenuti nella prigione

    Di TPI
    Pubblicato il 7 Nov. 2016 alle 12:33 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 08:22

    Uomini armati non ancora identificati hanno liberato 21 prigionieri nella città meridionale di Banamba, in Mali. Il ministro della Giustizia maliano lo ha descritto come un “attacco terroristico”.

    Il ministro Mamadou Konate Ismael ha detto che i sei aggressori volevano liberare due terroristi detenuti nella prigione, ma i due erano stati precedentemente trasferiti in un’altra città. Il ministro ha aggiunto che una guardia carceraria era scomparsa, senza dare ulteriori dettagli. 

    Un portavoce dell’esercito ha detto che l’attacco è avvenuto intorno alle 22 (ora italiana) del 6 novembre. 

    Non è stato immediatamente chiaro che ci fosse dietro l’attacco, ma i gruppi islamisti, come Ansar Dine hanno intensificato la loro insurrezione in Mali quest’anno. All’attivo hanno più di 60 attacchi contro obiettivi delle Nazioni Unite dal mese maggio e l’espansione verso sud, in aree precedentemente considerate sicure.

    “Ho sentito degli spari mentre mi stavo preparando per andare a dormire”, ha detto Yacouba Doucouré, un residente di Bananba. “Più tardi ho saputo che c’era stato un attacco in una zona militare e contro la prigione”.

    Poche ore prima un soldato dell’Onu era stato ucciso nella regione di Mopti, insieme a 3 civili. 

    Cose da sapere sul Mali: 

    Le basi: la Repubblica del Mali è uno stato dell’Africa nordoccidentale. Si trova a sud dell’Algeria, a ovest del Niger, a est della Mauritania e a nord di Costa d’Avorio, Burkina Faso, Senegal e Guinea. Non ha sbocchi sul mare.

    Indipendenza: col nome di Sudan francese è stato una colonia della Francia dal 1892 fino al 1960, anno in cui è diventato una repubblica indipendente con capitale Bamako.

    Popolazione: i gruppi etnici principali sono quelli dei Bambara (l’etnia principale del Mali, costituita dal 32 per cento della popolazione dello stato), Bozo, Dogon, Malinke, Sarakollé, Songhai e Tuareg. Gli abitanti sono più di 14,5 milioni.

    Religione: musulmani (in maggioranza sunniti) 80 per cento, animisti 18 per cento, cristiani uno per cento. 

    Lingue: la lingua ufficiale e quella più diffusa è il francese. Nel nord è parlato anche il tuareg e in altre zone la lingua berbera, il soninke e il xaasongaxango.

    Economia: nonostante diverse zone dello stato siano improduttive, il Mali è autosufficiente dal punto di vista del cibo grazie alla presenza del fiume Niger e alla ricchezza delle aree che si affacciano lungo il suo corso. È uno dei principali produttori di cotone dell’Africa.  

    Scontri interni: Negli anni Novanta, l’etnia dei Tuareg ha iniziato una rivolta nel nord del Mali, opponendosi sistematicamente al governo centrale.

    Nel 2011 i Tuareg, dopo essere entrati in possesso di numerose armi grazie al conflitto civile libico, hanno lanciato una ribellione nella parte settentrionale del Mali, sostenuta anche da diverse milizie legate ad Al-Qaeda. 

    Nel giugno del 2012 questa coalizione ha preso il controllo di alcune delle principali città del paese, imponendovi la legge islamica, la Sharia.

    Nel 2013, quando la rivolta si stava avvicinando minacciosamente alla capitale Bamako, il governo del Mali ha chiesto aiuto alla Francia: per questa ragione, nel luglio dello stesso anno, circa 12mila caschi blu dell’Onu hanno messo in sicurezza diverse aree del nord del Paese.

    Nel 2014 la Francia ha lanciato un’operazione per eliminare i gruppi jihadisti nel Sahel – una fascia di territorio che attraversa in orizzontale tutta l’Africa, dalla Mauritania al Sudan – ma gli attacchi dei Tuareg e di altri gruppi islamici nel nord del Mali sono continuati.

    Tra maggio e giugno del 2015 è stato firmato un accordo di pace tra il governo e i ribelli del nord del Mali, raggruppati nel gruppo Coordinazione dei movimenti dell’Azawad (CMA).

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