Diciamo che dobbiate prepararvi al meglio per un appuntamento al buio, o un colloquio di lavoro. Cosa fareste?
Oltre ovviamente a lavarvi e rasarvi, dovreste anche leggere. Ma non qualsiasi cosa: un brano di Cechov o di Alice Munro, infatti, vi aiuterebbero ad aumentare le vostre capacità relazionali molto più di un romanzetto di Danielle Steel.
Questa la conclusione di uno studio pubblicata recentemente su Science Magazine.
É stato scoperto che dopo aver letto un testo di letteratura, piuttosto che un saggio o un libro di facile lettura, le persone migliorano le loro interazioni sociali, sono più empatiche e sviluppano maggiormente la loro emotività -abilità messe a dura prova quando ad esempio si prova a leggere il linguaggio del corpo di qualcuno o si valuta cosa l’interlocutore pensa.I ricercatori hanno spiegato che ciò accade perché la letteratura lascia molto all’immaginazione, incoraggiando il lettore ad interagire con i personaggi ed essere sensibile alle sfumature e alla complessità del romanzo, non a una lettura passiva.
“Questa è la ragione per cui amo la scienza”, ha scritto in un e-mail Louise Erdrich, il cui libro “The Round House” è stato usato in uno degli esperimenti. “I ricercatori”, ha detto, “hanno dimostrato che non ci sono dubbi sul beneficio dato dai testi letterari”.I ricercatori, psicologi sociali della “New School for Social Research” di New York, hanno reclutato i soggetti attraverso il maggior fornitore di materiale di lettura: Amazon.com. Per allargare il campo dei partecipanti, oltre ai soliti studenti di college, hanno utilizzato il servizio Mechanical Turk di Amazon, dove le persone si iscrivono per guadagnare qualche soldo con lavori che richiedono poco tempo.
Uomini e donne compresi tra i 18 e i 75 anni sono state scelti per cinque esperimenti.Sono stati pagati pochi dollari per leggere dei testi per qualche minuto. Ad alcuni sono stati dati degli estratti di opere di grandi romanzieri (come Don DeLillo e Wendell Berry) . A qualcun altro sono stati dati bestellers come “Gone Girl” di Gillian Flynn, un romanzi rosa di Rosamunde Pilcher o un racconto scientifico di Robert Heinlein.
In un esperimento, alcuni dei partecipanti hanno ricevuto estratti di saggistica, ma non stiamo parlando di qualcosa come “Tutti gli uomini del presidente”. Per massimizzare il contrasto tra i testi i ricercatori -che cercavano un buon saggio, ma che non fosse letterario o riguardante storie di persone, hanno scelto tra gli articoli dello Smithsonian Magazine, dal quale hanno estratto “Come la patata ha cambiato il mondo” e “Bamboo Steps Up”.
Dopo aver letto i testi, i partecipanti hanno preso parte a test computerizzati che hanno misurato l’abilità dei soggetti di decodificare emozioni o a prevedere le reazioni di un individuo in una particolare circostanza.In una delle prove, chiamata “Leggere la mente attraverso gli occhi”, è avvenuto questo: i soggetti hanno osservato trentasei paia di occhi e scelto tra quattro aggettivi quello che li rappresentava maggiormente.
L’idea che ciò che leggiamo possa influenzare le nostre relazioni interpersonali e capacità emotive non è nuova. Studi precedenti a questo hanno correlato i vari tipi di lettura al livello di empatia e sensibilità delle persone.Questa ricerca è però di maggior rilievo in quanto gli effetti diretti -quantificabili misurando quante risposte giuste o sbagliate le persone hanno dato nei test- sono direttamente riconducibili a letture che avvengono per pochi minuti.
Il Dr Humprey, professore della Cambridge University, ha detto che già da prima si sarebbe aspettato che leggere, in generale, rendesse le persone più comprensive ed empatiche. “Ma separare i tipi di lettura, e dimostrare che ognuno ha effetti diversi è una cosa straordinaria”, ha concluso. I ricercatori -Emanuele Castano, professore di psicologia, e il dottorando David Comer Kidd- hanno scoperto che le persone che leggono romanzi hanno avuto risultati migliori rispetto agli altri tipi di lettori.
Questo si è rivelato vero anche quando i soggetti hanno dichiarato di non aver apprezzato particolarmente i testi affrontati.
I lettori di romanzi hanno ottenuto un punteggio migliore rispetto a quelli di saggistica, mentre quelli che hanno letto i best-seller hanno commesso tanti errori quanti quelli delle persone che non leggono.
Ma ci sono altre cose che lo studio non indica: quanto può durare un simile effetto? Tre mesi di Charles Dickens e Jane Austen produrrebbero degli effetti più vasti o non cambierebbero molto? Le differenze nel punteggio sono tutte attribuibili al tipo di materiale letto? I risultati sarebbero stati gli stessi se le persone avessero letto tutte le tipologie di libri? Sarebbe cambiato qualcosa se il romanzo fosse stato particolarmente difficile?
Gli autori dello studio e altri accademici hanno detto che queste scoperte dovrebbero essere prese in considerazione dagli educatori nella stesura dei programmi scolastici.
“Francamente, sono d’accordo con i risultati dello studio. Leggere romanzi, esplorare le vite di altre persone, ci pone nella posizione di vestire i panni di altra gente -la cui vita può essere più difficile, più complessa, molto di più di quello che accade nei romanzi di genere. Ci mette in una posizione di cercare di capire meglio le situazioni altrui.
Probabilmente i romanzi più “commerciali” sono un modo di venire a patti con un io diverso, forse, con un io che si desidera, di cui si ha bisogno”. Ha riferito Albert Wendland, direttore di un programma di master sulla scrittura di genere alla Seton Hill University.
“In questo tipo di romanzi (commerciali) l’autore ha il controllo, e il lettore un ruolo passivo.” ha aggiunto Mr. Kidd, uno dei ricercatori. Al contrario, nella grande letteratura, in Dostoyevsky ad esempio, “Non c’è una singola voce. Ogni personaggio presenta una versione differente della realtà, e non è necessariamente collegata ad un’altra. Come lettore bisogna partecipare attivamente a questa dialettica, che è quello che si deve fare anche nella vita di tutti i giorni”.
Il Dr. Castano ha aggiunto che, in molti casi, “la letteratura popolare sembra essere concentrata solo sulla trama. I personaggi sono intercambiabili e solitamente stereotipati a seconda del contesto”.
La scrittrice Louise Erdrich ha detto che i risultati l’hanno soddisfatta.
“Di solito gli scrittori sono ossessivi e solitari, specialmente quelli di letteratura. É bello sapere che quello che scriviamo ha un valore sociale. Ma avrei continuato a scrivere anche se i romanzi si fossero rivelati inutili”.
Articolo pubblicato sul New York Times – Traduzione di Samuele Maffizzoli per The Post Internazionale
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